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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

simi capitoli del romanzo Une page d’amour”, 296 è però nel Rêve che l’autore<br />

arriva a raggiungere un livello <strong>di</strong> raffinatezza mai toccato prima:<br />

Ora […] rialza il suo stile, cura sapientemente i perio<strong>di</strong>, ricorre ad artifici <strong>di</strong> proso<strong>di</strong>a,<br />

ad effetti musicali. Il conoscitore che legge attentamente ritroverà certi artifizi,<br />

efficacissimi, e che molto contribuiscono all’effetto <strong>di</strong> alcune pagine. 297<br />

Tra gli espe<strong>di</strong>enti retorico-stilistici cui Zola fa ricorso, <strong>Gualdo</strong> annovera in<br />

primo luogo le ripetizioni, <strong>di</strong> cui fornisce esempi efficaci, come il ce que je<br />

voudrais… <strong>di</strong> Angélique continuamente interrotto da <strong>di</strong>scorsi altrui e da brevi<br />

descrizioni prima <strong>di</strong> poter essere concluso con il suo atteso finale …ce serait<br />

d’eposer un prince; o anche il reiterarsi della descrizione aral<strong>di</strong>ca dell’arma <strong>degli</strong><br />

Hautecoeur, insieme al motto Si Deu volt, je veut che assurge a para<strong>di</strong>gma<br />

esistenziale del vescovo <strong>di</strong> Beaumont, ma anche della stessa Angélique, che<br />

quoti<strong>di</strong>anamente aveva letto quelle parole all’interno della cattedrale accanto<br />

alla quale vive prim’ancora <strong>di</strong> doverle ricamare sui drappi ecclesiastici e <strong>di</strong> sentirle,<br />

infine, pronunciate dalle labbra <strong>di</strong> Monsignore al momento dell’approvazione<br />

delle tanto agognate nozze con Felicien. Tuttavia <strong>Gualdo</strong> non si limita<br />

ad elencare gli artifici usati da Zola per limare il proprio stile: egli ritiene che<br />

esista una ragione più profonda ad aver spinto lo scrittore ad arricchire e cesellare<br />

la sua frase; <strong>di</strong> più, egli ricorda ai suoi lettori che, appena un anno prima<br />

della pubblicazione del Rêve, il romanziere francese aveva dato <strong>di</strong>mostrazione<br />

<strong>di</strong> questa sua nuova tendenza parlandone in alcuni suoi stu<strong>di</strong> ed articoli.<br />

Però non è tutto: il critico giunge persino a dubitare che si possa esser trattato<br />

<strong>di</strong> un’effettiva svolta concreta e definitiva, giacché teme che l’innalzamento<br />

stilistico adottato in questo romanzo da Zola rappresenti qualcosa <strong>di</strong> momentaneo,<br />

e che la sua origine (e causa) non sia da ricondursi ad un qualche<br />

mutamento che in senso lato potrebbe <strong>di</strong>rsi “ideologico”, bensì che tale cambiamento<br />

vada più semplicemente ricollegato alla materia stessa dell’opera:<br />

[…] questa maggiore preoccupazione della forma deriva proprio dal mo<strong>di</strong>ficarsi<br />

delle opinioni, dei gusti dell’autore, o invece solo e semplicemente dal soggetto stesso<br />

del libro, che lo comporta e ve lo spinge? Forse la seconda ipotesi è la vera. 298<br />

296 Ibidem.<br />

297 ID., L'ultimo romanzo <strong>di</strong> Zola. Le Rêve (<strong>II</strong> ed ultimo), cit.<br />

298 Ibidem.<br />

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