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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

<strong>di</strong> fronte agli incantevoli paesaggi d’alta quota: secondo Iermano sarà proprio la<br />

profonda conoscenza del paesaggio delle Alpi a rendere Giacosa, nelle sue opere,<br />

“un convincente revocatore della vita <strong>di</strong> montagna, contrapposta alla comoda<br />

esistenza citta<strong>di</strong>na”. 78 Nonostante le insistenze e le lusinghe rivolte a <strong>Gualdo</strong><br />

e Verga, rammaricato, ma senza perdere il tono scherzoso che caratterizza la<br />

gran parte delle sue corrispondenze con gli amici più intimi, Boito si era visto<br />

costretto ad informare Giacosa che quell’estate egli lo avrebbe affiancato tutto<br />

solo sulle vette valdostane. Anche in questo caso la comunicazione era avvenuta<br />

in versi e costituirà la risposta al messaggio <strong>di</strong> Giacosa che, ottimista fino alla<br />

fine, aveva sperato che <strong>Gualdo</strong> potesse ancora rispondere “Cópet” e Verga, a<br />

sua volta, “Lerai Lerai”. 79 A titolo esemplificativo si riporta la strofa iniziale <strong>di</strong><br />

questo componimento boitiano:<br />

O Pin,<br />

Verga sclamò: Lerai!<br />

<strong>Gualdo</strong> rispose: Mai!<br />

Io sol, perché te àdulo,<br />

La mia canzon già mòdulo;<br />

Andrem sul San Theòdulo,<br />

Ci andrem <strong>di</strong> grado in gràdulo,<br />

E i passi, messi in fila,<br />

Sei nostri audaci piè<br />

Faran metri 3333! 80<br />

Appare, dunque, chiaro che il rapporto creatosi in questo gruppo <strong>di</strong> amici<br />

fin dai primi anni non era esclusivamente artistico, ma anzi molto saldo anche<br />

dal punto <strong>di</strong> vista umano: come si è visto Giacosa andrà spesso a fare visita al<br />

povero <strong>Gualdo</strong> infermo, quando “immoto spettatore”, pur <strong>di</strong> sentirsi vivo guardava<br />

vivere gli atri dalla sua finestra su rue de l’Arcade a Parigi e da dove poteva<br />

“godere […] del movimento citta<strong>di</strong>no, ascoltarne il rumore, gustarne il colore,<br />

la varietà, l’espressione”. Le parole appena citate sono tratte dal necrologio<br />

<strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> apparso sul «Corriere della sera»: benché anonimo, è evidente, dal<br />

suo contenuto, che fu scritto da una persona molto vicina al defunto, perché<br />

contiene episo<strong>di</strong> intimi della sua esistenza, come quel primo attacco <strong>di</strong> cui era<br />

78 T. IERMANO, Esploratori delle Nuove Italie, cit., p. 15.<br />

79 P. NARDI, Vita <strong>di</strong> Arrigo Boito, cit., p. 444.<br />

80 Ivi, p. 445.<br />

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