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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

Tigre reale è dunque, all’altezza cronologica del 1874, il testo <strong>di</strong> Verga che<br />

<strong>Gualdo</strong> preferisce, “la Nedda sempre eccettuata”, 14 come scriverà appena una<br />

settimana dopo temendo che la precedente lettera fosse andata smarrita: si noterà<br />

che, in quest’opera, egli avverte l’avanzamento del dato realista, ma si sofferma<br />

soprattutto – considerazione questa molto interessante e su cui torneremo<br />

nella conclusione – sulla impietosa analisi delle sofferenze psicologiche della<br />

protagonista, una femme fatale che travia un giovane innamorato <strong>di</strong> lei, il quale<br />

però, alla fine, sceglierà <strong>di</strong> tornare alle serene gioie della famiglia. Tuttavia la<br />

riflessione gual<strong>di</strong>ana che maggiormente colpisce è la segnalazione, come migliore<br />

episo<strong>di</strong>o, della scena del bambino malato. Questa parte del romanzo verghiano<br />

è stata più volte ritenuta la prova dell’influsso del modello <strong>di</strong> Flaubert su<br />

Verga. Se si considera che <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> riteneva Flaubert il suo autore pre<strong>di</strong>letto<br />

tanto da de<strong>di</strong>cargli in occasione della morte un brillante e commosso saggio<br />

su «Il Pungolo» 15 e da riferirsi, come si legge in una lettera in<strong>di</strong>rizzata al conte<br />

Robert de Montesquiou, 16 all’Éducation sentimentale chiamandolo “le Livre” e<br />

che quest’opera, infine, a detta <strong>di</strong> Carlo Alberto Madrignani, molto più <strong>di</strong> Bouvard<br />

e Pecuchet e <strong>di</strong> Madame Bovary, rappresenta nella sua memoria poetica<br />

l’inse-gnamento che più frequentemente si riattiva, 17 risulta allora fondamentale<br />

la rilevanza data nel giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Tigre reale all’episo<strong>di</strong>o in questione, dal momento<br />

che “la sequenza della malattia del bambino è imparentabile molto palesemente<br />

con quella della notte in cui Madame Arnoux, nell’Éducation, resta<br />

bloccata in casa appunto dalla malattia del figlio, mancando così all’appuntamento<br />

con Frédéric”. 18 L’influenza che ebbe Gustave Flaubert sulla narrativa<br />

– tanto sui temi quanto sullo stile – <strong>di</strong> Verga è stata non <strong>di</strong> rado motivata dalla<br />

critica alla luce della forte presenza dell’opera dello scrittore normanno nel-<br />

14<br />

Ivi, p. 129. Lettera <strong>II</strong>, datata Milano, 10 luglio [1875].<br />

15<br />

L. GUALDO, Gustave Flaubert, in «Il Pungolo», 30-31 maggio 1880.<br />

16<br />

Lettera s.d. [1882] pubblicata in V. DONATO RAMACIOTTI, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> e Robert<br />

de Montesquiou (con lettere ine<strong>di</strong>te), cit., p. 318.<br />

17<br />

C. A. MADRIGNANI, Introduzione a L. GUALDO, Decadenza, cit., pp. 9-10.<br />

18<br />

L. FAVA GUZZETTA, Flaubert e Verga, in Flaubert e il pensiero del suo secolo. Atti<br />

del Convegno Internazionale (Messina 17-19 febbraio 1984), Messina, Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia,<br />

Istituto <strong>di</strong> lingue e letterature straniere moderne, 1985, p 380. L’idea, come avverte la<br />

stessa Guzzetta, era già stata in parte avanzata da R. RAMAT, Etica e poesia nei romanzi giovanili<br />

del Verga, in Ragionamenti morali e letterari, Città <strong>di</strong> Castello, Macrì, 1945. Sul medsimo<br />

argomento si veda anche A. DI BENEDETTO, Flaubert in Verga, in I Malavoglia. Atti del<br />

Congresso Internazionale <strong>di</strong> <strong>Stu<strong>di</strong></strong>, cit., pp. 85-101.<br />

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