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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’esperienza cosmopolita del passeur culturel<br />

egli intervenne in primis sulle testate milanesi, ma pubblicò i suoi articoli anche<br />

su testate fiorentine – «Il Fanfulla» e «La Rassegna Settimanale» –, torinesi –<br />

«Lettere e Arti» e «La Gazzetta Letteraria» –, genovesi – «La Fronda» –, e romane<br />

– «Cronaca Bizantina» –. Tra le riviste lombarde poc’anzi citate, egli collaborò<br />

soprattutto con «Il Corriere della Sera», saltuariamente con la «Rivista<br />

Minima», con il «Gazzettino Rosa», con «La Perseveranza», con «Il Pungolo» e<br />

con la «Cronaca d’arte», mentre scrisse con maggiore assiduità, pubblicando<br />

anche sue poesie e parti <strong>di</strong> suoi romanzi, su «L’Illustrazione Popolare», su<br />

«L’Illustrazione Italiana» e sul suo supplemento, «L’Illustrazione Universale».<br />

Va aggiunto, inoltre, che soprattutto in queste ultime due riviste, il nome <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong><br />

<strong>Gualdo</strong> non compare soltanto come firma a <strong>di</strong>versi articoli. La sua opera risulta<br />

pubblicizzata e recensita da critici quali Cameroni, Depanis e Capuana,<br />

oppure vengono narrati episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> cronaca delle città <strong>di</strong> Milano e Parigi <strong>di</strong> cui<br />

egli è protagonista in prima persona, ritratto ad esempio mentre girovaga per le<br />

vie del centro del capoluogo lombardo:<br />

Elegantissimo, scollato come una signorina, gira per Milano, a passi lenti, misurati,<br />

con un lieve dondolìo, che ricorda quello <strong>di</strong> certi naviganti <strong>di</strong> lungo corso avvezzi ai<br />

rolli marini. Il suo abbigliamento non è sempre quello che la moda impone: il <strong>Gualdo</strong><br />

adotta una moda tutta propria come Sarah Bernhardt, poiché gli piace la stravaganza,<br />

l’eccentricità, ma questa dev’essere elegante; se no, no. È sempre celibe, impenitente<br />

celibe ma per eccentricità celebrerebbe il Mariage excentrique, che ha scritto. 117<br />

Che egli fosse solito passeggiare per le strade del cuore della città indossando<br />

i suoi abiti stravaganti e ricercati – da cui il soprannome che scelse per<br />

lui Eleonora Duse, Gilet Bianco – è cosa certa. Emmanuele Navarro della Miraglia,<br />

nelle sue Note Milanesi dell’estate 1876, soffermandosi ad immortalare<br />

la colonia letteraria della città, dopo aver aspramente stigmatizzato i comportamenti<br />

<strong>di</strong>ssoluti <strong>di</strong> molti “aspiranti” artisti, spiega come a suo parere i veri scrittori<br />

siano “le persone più sobrie e sistemate del mondo”: naturalmente, tra coloro<br />

che egli annovera come modelli comportamentali, c’è anche <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>,<br />

non a caso inserito proprio tra quei “parecchi [che] sono ad<strong>di</strong>rittura eleganti”<br />

insieme al marchese Capranica, al pittore De Albertis e Giovanni Verga. 118 Lo<br />

117<br />

BAT, Scorse letterarie. Achille Torelli e <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, in «L’Illustrazione Italiana», 22<br />

ottobre 1882, p. 271.<br />

118<br />

BLASCO, Note Milanesi. 15 giugno, in «Il Fanfulla», V<strong>II</strong>, n. 163, 18 giugno 1876, p.<br />

2. Il testo dell’articolo è <strong>di</strong>sponibile, in ristampa moderna, anche nel recente volume <strong>di</strong> C.<br />

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