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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

In ogni rigo, in ogni parola traspare l’amore spassionato che legava il giovane<br />

milanese a Venezia, quella Venezia <strong>di</strong> cui conosceva ogni angolo – tanto<br />

da poter far da guida all’occorrenza ai suoi amici forestieri –, <strong>di</strong> cui ben aveva<br />

impressi nella memoria gli aspetti mutevoli nei <strong>di</strong>fferenti momenti del giorno e<br />

nelle varie stagioni dell’anno. Analogamente alla realtà, sul finire della novella,<br />

dopo la fuga della giovane donna con un nuovo amante ed il ritorno <strong>di</strong> Lebrun<br />

in Francia, questi – lontano dall’incanto della città tanto amata – “dut se convaincre<br />

qu’il ne regrettait pas Zanze, mais Venice. C’était la ville qui lui manquait;<br />

d’elle qu’il était amoureux”; 430 e così, sperimentata la lontananza, il forestiero<br />

finalmente comprende che lo stato sognante generato in lui dalla laguna è<br />

il solo modo per risvegliare nella sua persona “le vrai sentiment de l’art”, 431 tanto<br />

che, proprio come tante volte era accaduto allo stesso <strong>Gualdo</strong> (che però mai<br />

si stabilì in maniera definitiva a Venezia), finirà per <strong>di</strong>ventare “le cicerone obligé”<br />

per tutti coloro che desiderano davvero conoscere “con amore et d’une façon<br />

désinteressé” 432 la città lagunare, <strong>di</strong> cui viene quasi reso citta<strong>di</strong>no onorario.<br />

Un’altrettanto plastica e dettagliata descrizione <strong>di</strong> Venezia e della sua raffinata<br />

vita culturale, capace <strong>di</strong> integrare intellettuali provenienti da ogni parte del<br />

mondo, emerge, inoltre, anche nel secondo saggio, in francese, che <strong>Gualdo</strong> de<strong>di</strong>cherà<br />

a Bourget nel <strong>di</strong>cembre 1888 (articolo che lo stesso Bourget <strong>di</strong>mostrò <strong>di</strong><br />

aver molto apprezzato, come <strong>di</strong>mostra la sua richiesta “Publiez-le” inviata alla<br />

<strong>di</strong>rettrice della rivista, Juliette Adam). 433 Assenti nella redazione italiana dell’articolo,<br />

le pagine de<strong>di</strong>cate a Venezia seguono l’annuncio del nuovo romanzo<br />

bourgettiano, Cosmopolis – con cui si chiudeva la recensione apparsa su «L’Illustrazione<br />

Italiana» e che, nel progetto iniziale, avrebbe dovuto essere ambientato<br />

proprio in quella città – e seguono una lunga <strong>di</strong>gressione sul <strong>di</strong>ffondersi del<br />

cosmopolitismo nel secondo Ottocento.<br />

La ville unique [Venezia], parfois si grise et parfois si éclatante de couleur, dont la<br />

fascination garde quelque chose de mystérieux, n’est pas seulement l’asile des peintres,<br />

le refuge des contemplateurs et de tous ceux que la vie a lassés. Cette ville, qui parfois<br />

430<br />

ID., Une aventure vénitienne, cit., pp. 597-598.<br />

431<br />

Ivi, p. 571.<br />

432<br />

Ivi, pp. 598-599.<br />

433<br />

S. MORCOS, Juliette Adam, Il Cairo, Dal Ar-Maaref, 1961, p. 595. Nella lettera a<br />

M.me Adam cui qui si allude, intestata “Maloje (Enga<strong>di</strong>ne), ce 31 août 1888”, Bourget fornisce<br />

alla sua corrispondente l’in<strong>di</strong>rizzo milanese <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> affinché il testo potesse essere ben revisionato<br />

prima della pubblicazione (che egli caldamente raccomanda).<br />

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