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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

nese e parigina (quella stessa high life che tanto aveva influito nella costruzione<br />

del romanzo anche dello scrittore toscano), 308 quel mondo la cui frequentazione,<br />

secondo Baldacci (in un articolo de<strong>di</strong>cato a Decadenza, definito “il primo romanzo<br />

esistenziale della nostra letteratura”), 309 costerà a <strong>Gualdo</strong> – ma la medesima<br />

cosa si potrebbe <strong>di</strong>re per Placci – l’attribuzione <strong>di</strong> un’immagine <strong>di</strong> dandy<br />

della letteratura (che pure egli rifiutò apertamente) che questi pagò a caro prezzo<br />

e che gli costò l’etichetta <strong>di</strong> <strong>di</strong>lettante e annoiato autore, solo per passatempo,<br />

<strong>di</strong> testi narrativi. 310<br />

Provengono proprio dall’interno <strong>di</strong> questo mondo elitario le ultime testimonianze<br />

gual<strong>di</strong>ane relative agli incontri con Placci – questa volta in Francia –<br />

che sono narrati nelle sue missive in<strong>di</strong>rizzate alla cugina marchesa Giulietta e a<br />

Giuseppe Giacosa: alla prima, <strong>di</strong>fatti, egli comunica <strong>di</strong> aver incontrato il fiorentino<br />

nuovamente dai Montebello appena rientrato “da un lunghissimo viaggio in<br />

Spagna – invece che dalla Russia dove prima contava andare”, 311 al secondo riferisce,<br />

invece, <strong>di</strong> una visita ricevuta da Placci proprio nel mentre era in procinto<br />

<strong>di</strong> concludere la lettera per l’amico drammaturgo, lettera che non potrà continuare<br />

a scrivere oltre a causa del “tanto rumore toscano” 312 fatto da Placci al<br />

suo ingresso nella sua <strong>di</strong>mora parigina in rue de l’Arcade. Nella medesima lettera,<br />

inoltre, <strong>Gualdo</strong> informa Giacosa che il fiorentino era stato finalmente “presentato<br />

con successo” alla Principessa Matilde Bonaparte, ragion per cui egli<br />

sarà d’ora innanzi autorizzato a frequentare il suo selezionatissimo salon. 313<br />

Non sappiamo quanti altri incontri siano avvenuti tra i due scrittori negli<br />

anni successivi – che sono, poi, quelli in cui il milanese, ormai invalido, risiedeva<br />

in maniera quasi stabile a Parigi – ma è possibile affermare che Placci non<br />

<strong>di</strong>menticò per lungo tempo l’autore <strong>di</strong> Decadenza, soprattutto perché egli continuerà<br />

ad essere oggetto <strong>di</strong> numerose conversazioni avute con molti amici con<strong>di</strong>visi<br />

con lo stesso <strong>Gualdo</strong> negli anni più felici, quali Barrès, il già citato Montesquiou<br />

e specialmente Bourget. Proprio in una lettera <strong>di</strong> quest’ultimo in<strong>di</strong>rizzata<br />

a Placci e pubblicata da Montera, è conservato un ricordo postumo atto ad<br />

308<br />

Ivi, p. 8.<br />

309<br />

L. BALDACCI, Paolo si <strong>di</strong>strugge inseguendo Silvia che fugge, in «Tuttolibri» (supplemento<br />

letterario de «La Stampa»), 5 <strong>di</strong>cembre 1981, p. 6.<br />

310<br />

Ibidem.<br />

311<br />

Biblioteca Ambrosiana, Fondo <strong>Gualdo</strong>, Z80suss., 2.8. Lettera alla marchesa Giulietta<br />

Litta Mo<strong>di</strong>gnani del 5 novembre 1893.<br />

312<br />

Lettera 6 a Giuseppe Giacosa in P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p 317.<br />

313 Ivi, p. 316.<br />

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