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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

d’ailleurs, aux gens qui lui furent préséntes”. Durante la serata, comunque, il<br />

giovane artista non osa parlarle: le rivolge <strong>di</strong> tanto in tanto rapide occhiare e solo<br />

dopo cena si risolverà ad avvicinarsi a lei. Al <strong>di</strong> fuori della finzione narrativa,<br />

Eleonora Duse ed Arrigo Boito si erano, in effetti, conosciuti il 14 maggio 1884<br />

(anche se, in verità, galeotto fu il loro secondo incontro, nel 1887) al Ristorante<br />

Cova <strong>di</strong> Milano, durante una cena offerta all’attrice da un gruppo <strong>di</strong> frequentatori<br />

del teatro Carcano, dove la sera precedente lei era stata applau<strong>di</strong>tissima interprete<br />

della Signora delle camelie. Le cronache della serata indugiano, scrive<br />

Raul Ra<strong>di</strong>ce, curatore dell’epistolario Duse-Boito, “sul fascino della donna e<br />

sulla grazia da essa <strong>di</strong>mostrata a cena finita passando da ospite ad ospite”: 86 alla<br />

sua uscita <strong>di</strong> scena, <strong>di</strong>rà Boito nel primo biglietto a lei in<strong>di</strong>rizzato, “voi siete<br />

partita e il filo 87 s’è rotto e noi siamo caduti per terra, Verga, <strong>Gualdo</strong> ed io, col<br />

naso sul pavimento”. 88<br />

Nella novella francese, al termine della lunga passeggiata in compagnia<br />

del pittore, “la <strong>di</strong>va commença à chanter à demi-voix” e lo fa pour lui seul, per<br />

quell’uomo che in passato l’aveva tanto ammirata vedendola in scena “deux<br />

fois dans la Traviata”; con questo gesto la donna, sposata, – benché suo marito,<br />

un impresario teatrale, “la surveillait moins, n’affectant pas de jalousie” – si<br />

concede idealmente al suo accompagnatore, quel pittore che per lei farebbe follie,<br />

pur sentendo la propria mente arrovellata tra tanti pensieri – relativi al suo<br />

avvenire, al suo lavoro, ma soprattutto alla sua fiancé. Nella realtà la Duse era<br />

sposata all’attore Tebaldo Checchi, che già prima dell’incontro con Boito aveva<br />

tollerato la relazione <strong>di</strong> sua moglie con Flavio Andò; Arrigo era invece legato<br />

ad una ragazza bellissima <strong>di</strong> cui è noto soltanto il nome proprio, Fanny (alcuni<br />

in<strong>di</strong>zi a suo riguardo sono contenuti nelle lettere <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> in<strong>di</strong>rizzate a Boito),<br />

89 <strong>di</strong> cui Eleonora era terribilmente gelosa. La Duse, inoltre, proprio come la<br />

86<br />

R. RADICE, Introduzione a E. DUSE – A. BOITO, Lettere d’amore, Milano, Il Saggiatore,<br />

1979, p. X<strong>II</strong>I.<br />

87<br />

William Weaver, uno dei numerosi biografi della Duse, suggerisce che Boito qui possa<br />

aver alluso al breve atto unico in versi <strong>di</strong> Giacosa Il filo, dove gli attori impersonano marionette<br />

ed in cui Eleonora aveva recitato, riscuotendo gran successo, circa un anno prima, nel gennaio<br />

1883 al Carignano <strong>di</strong> Torino (W. WEAVER, Eleonora Duse, Milano, Bompiani, 1985).<br />

88<br />

Ivi, p. 7. Il biglietto, ringraziamento per aver ricevuto il ritratto richiesto, è datato per<br />

mano <strong>di</strong> Boito 21 maggio 1884. In<strong>di</strong>rizzato alla Sig.ra Eleonora Duse Checchi presso il teatro<br />

Carignano <strong>di</strong> Torino, è l’unico messaggio in cui in calce figurano i saluti al marito dell’attrice.<br />

89<br />

Cfr. la lettera 2 del 10 novembre 1893 e quella del 3 del gennaio 1894 pubblicate in P.<br />

DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 302-306.<br />

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