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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

Ancora al giorno d’oggi la critica insiste nel ricondurre l’originalità dei<br />

Goncourt proprio all’aver elaborato un loro personalissimo idealismo e un loro<br />

altrettanto specifico realismo, un mélange bizarre et presque unique – come aveva<br />

detto lo stesso Edmond – che ha reso loro possibile far convivere e conciliare<br />

la loro doppia ma non contrad<strong>di</strong>ttoria natura <strong>di</strong> physiologistes e insieme<br />

poétes. 162 È ovvio che, optando i Goncourt per una “réalité choisie” ed essendo<br />

basilare nella loro ideologia il concetto secondo il quale “l’esthétique d’un auteur<br />

peut se caractériser par l’object qui détermine en lui l’émotion esthétique”,<br />

163 l’elevatezza e l’eleganza della materia narrata hanno avuto un notevole<br />

influsso sulla raffinatezza del loro stile (non a caso, infatti, nel recensire il Rêve<br />

zoliano, <strong>Gualdo</strong> si chiederà se l’eccezionale raffinatezza formale del romanzo<br />

non fosse stata semplicemente dettata dal desiderio dell’autore, <strong>di</strong> norma incurante<br />

dell’eleganza stilistica, <strong>di</strong> adattare l’espressione del testo al contenuto).<br />

Come ha scritto Julie Daudet (moglie e collaboratrice del celebre romanziere<br />

Alphonse) nei suoi ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> vita letteraria, i Goncourt sono stati i primi<br />

“poétes du réel” nella rappresentazione della vita moderna 164 poiché attraverso<br />

le loro descrizioni, precise e sintetiche, essi sono stati sempre in grado <strong>di</strong> ricostruire<br />

in poche righe tutta l’esistenza emotiva dei loro personaggi. Lo stesso<br />

<strong>Gualdo</strong>, in una lettera in<strong>di</strong>rizzata a Robert de Montesquiou, chiedendo al proprio<br />

corrispondente un giu<strong>di</strong>zio sulla Faustin e parlando della sua recensione<br />

apparsa sulla «Illustrazione Italiana» – nel quale la lode dello “stile meraviglioso<br />

e speciale” e della “lingua concisa ed originale” <strong>di</strong> Edmond costituisce parte<br />

essenziale dell’analisi – concluderà il proprio commento esaltando la finezza<br />

formale e tematica <strong>di</strong> Goncourt a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Zola (che, all’epoca, aveva<br />

appena pubblicato Pot-Bouille, un’opera a tal punto ultra-realista da non toccare<br />

certamente le corde del gusto gual<strong>di</strong>ano):<br />

Avez-vous lu la Faustin? En êtes-vous absolument fou comme moi? Je viens de<br />

faire sur ce chef d’œuvre un article […]. Que <strong>di</strong>tes-vous de Bonne-âme et de Carsonac,<br />

et du premier chapitre – et des auteurs dramatiques se communiquant la terreur de<br />

l’ataxie locomotrice – et de la scène avec le maître d’armes, et du retour en voiture en<br />

cologici […]. Sarebbe arrischiato adunque il <strong>di</strong>re che il libro <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> è il roman réaliste de<br />

l’élégance, sperato e preconizzato da Goncourt, ma in qualche modo gli si avvicina, specialmente<br />

nella parte descrittiva” (F. FILIPPI, L. <strong>Gualdo</strong>. Un mariage excentrique, cit.).<br />

162 E. – J. DE GONCOURT, Journal, cit., vol. <strong>II</strong>, 12 février 1869, p. 201.<br />

163 P. SABATIER, Le style des Goncourt, in L’esthétique des Goncourt, cit., p. 400.<br />

164 J. DAUDET, Souvenirs autour d’un groupe littéraire, Paris, Fasquelle, 1910, p. 141.<br />

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