20.05.2013 Views

Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Poesia – Musica – Pittura: <strong>Gualdo</strong> e le Tre Arti sorelle<br />

che Boito aveva de<strong>di</strong>cato nel suo Libro dei versi ad Emilio Praga, 372 conosciuto<br />

per tramite <strong>di</strong> un amico comune 373 e con il quale aveva scritto a quattro mani la<br />

sua prima comme<strong>di</strong>a (Le madri galanti, 1863), quando, animati entrambi, oltre<br />

che da una congeniale affinità artistica – sostenendo i due la già citata teoria<br />

dell’interferenza tra le arti al fine <strong>di</strong> valicarne e ampliarne i limiti espressivi,<br />

l’uno in <strong>di</strong>rezione della pittura, l’altro in quello della musica –, dalla comune<br />

“tendenza ad agire con vivace ingegno contro le stereotipie intellettuali”. 374<br />

Probabilmente era stato proprio me<strong>di</strong>ante Boito che <strong>Gualdo</strong> aveva conosciuto<br />

Praga, all’epoca in cui tutti loro, tra gli anni ’60 e gli inizi del decennio<br />

successivo, avevano frequentato gli stessi ambienti, con<strong>di</strong>viso le stesse amicizie,<br />

ma soprattutto aderito ai medesimi ideali poetici e artistici. In particolare,<br />

<strong>Gualdo</strong> aveva ammirato la capacità <strong>di</strong> alcuni esponenti della Scapigliatura <strong>di</strong><br />

rappresentare pittoricamente i paesaggi, servendosi – come già Baudelaire –<br />

delle impressioni coloristiche per raffigurare il mondo esterno; non sarà un caso,<br />

quin<strong>di</strong>, che egli <strong>di</strong>ca nel suo saggio <strong>di</strong> apprezzare il Praga “poeta eminentemente<br />

paesista, la cui penna aveva delle sfumature <strong>di</strong> pennello”, perché la sua<br />

natura primitiva e malinconica si allietava nel descrivere quanto egli amasse<br />

“sognare <strong>di</strong>nanzi ai tramonti dorati, perdersi per gli ignoti sentieri, dormire durante<br />

la caldura sotto la pace ombrosa delle piante”. 375<br />

Malgrado le infelicità e le sofferenze che la vita gli aveva riservato, a cominciare<br />

dal <strong>di</strong>ssesto dell’industria paterna che lo aveva condotto a cedere<br />

all’alcool fino a giungere agli scarsi apprezzamenti da parte della critica coeva,<br />

l’autore <strong>di</strong> Paesaggi (raccolta poetica de<strong>di</strong>cata al pittore Carlo Mancini, a detta<br />

<strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> “una delle più fantastiche e originali opere sue”) 376 era riuscito sempre<br />

a risollevarsi e andare avanti, senza mai abbandonare l’attività <strong>di</strong> scrittore:<br />

372 A. BOITO, Il libro dei versi, in Tutti gli scritti <strong>di</strong> Arrigo Boito, a cura <strong>di</strong> P. Nar<strong>di</strong>, Milano,<br />

Mondadori, 1942, p. 17. Su questa raccolta (ed in particolare su questa poesia), stampata<br />

per la prima volta nel 1877 e poi ripubblicata nel 1902, si è soffermato Benedetto Croce nel suo<br />

saggio de<strong>di</strong>cato a Boito (cfr. B. CROCE – M. SANSONE, La letteratura italiana: per saggi<br />

storicamente <strong>di</strong>sposti, vol. 4, Bari, Laterza, 1967, p. 23).<br />

373 Piero Nar<strong>di</strong> cita come fonte <strong>di</strong> questa notizia un’intervista rilasciata da Boito a Domenico<br />

Oliva e riportata nell’articolo <strong>di</strong> quest’ultimo, Recenti versi italiani, comparso sulla «Nuova<br />

Antologia» del 1 marzo 1902.<br />

374 P. NARDI, Vita <strong>di</strong> Arrigo Boito, cit., p. 123.<br />

375 L. GUALDO, Emilio Praga, cit.<br />

376 Ibidem.<br />

103

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!