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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Nella Roma bizantina: contatti letterari e collaborazioni e<strong>di</strong>toriali nella capitale<br />

La brevità, comunque, non inficia la sua posizione, né impe<strong>di</strong>sce alla sua fervente<br />

ammirazione verso il genio del pescarese <strong>di</strong> trapelare da tali righe:<br />

Non credo che le accuse mosse a Gabriele d’Annunzio possano in alcun modo intaccare<br />

il valore della sua produzione. Mi associo pienamente alla lettera scritta da Gabriele<br />

d’Annunzio stesso al «Figaro», 40 dalla quale mi piace citare la seguente frase:<br />

L’originalité véritable d’un écrivain consiste en cette vertu par laquelle tout ce qu’il<br />

touche semble lui appartenir pour toujours.<br />

Parigi. <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>. 41<br />

Pochi giorni più tar<strong>di</strong>, essendo in Francia l’argomento ancora sulla bocca <strong>di</strong><br />

tutti i letterati, nel corso <strong>di</strong> una cena organizzata da Emile Zola in onore <strong>di</strong> Giuseppe<br />

Giacosa, presente naturalmente anche <strong>Gualdo</strong> 42 accanto a Coppée, parte<br />

della conversazione ricadrà sugli ipotetici plagi dannunziani. Ed è naturalmente<br />

Edmond de Goncourt, altro ospite d’ecellenza della serata, che ha annotato nel<br />

suo Journal i vari temi affrontati, trascrivendo, però, nelle sue memorie <strong>di</strong> vita<br />

letteraria, soltanto la propria posizione in merito alla questione relativa allo<br />

scrittore l’italiano. 43 Senza dubbio, comunque, è da credere che <strong>Gualdo</strong> dovette<br />

esprimersi in favore dell’amico tanto ammirato, benché nel <strong>di</strong>ario goncourtiano<br />

non ne sia stata poi riportata notizia.<br />

Se nel corso del 1896 le con<strong>di</strong>zioni me<strong>di</strong>che sfavorevoli non avevano permesso<br />

a <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> <strong>di</strong> esprimersi con vigore relativamente alle accuse dannunziane,<br />

egli aveva tuttavia agito con ben altro risultato in favore del pescarese<br />

prima <strong>di</strong> ammalarsi: durante il 1893, <strong>di</strong>fatti, dopo i primi sintomi del futuro malore<br />

seguiti alla morte della madre, <strong>Gualdo</strong> aveva avuto un’ottima ripresa fisica<br />

e, avendo potuto riprendere in parte la vita mondana, non aveva esitato ad agire<br />

come promoter artistico caldeggiando la <strong>di</strong>ffusione in Francia dell’opera <strong>di</strong><br />

40<br />

La lettera <strong>di</strong> auto<strong>di</strong>fesa dannunziana era apparsa su «Le Figaro» pochi giorni prima, sul<br />

numero del precedente 1° febbraio 1896.<br />

41<br />

L. GUALDO, Gabriele d’Annunzio, in AA. VV., La nostra inchiesta dannunziana, cit.,<br />

p. 6. 42 Lettera del 19 aprile 1896 pubblicata da R. TERNOIS, Zola et ses amis italiens, Paris,<br />

Les Belles Lettres, 1967, p. 94: “Mon cher Giacosa, […] venez dîner jeu<strong>di</strong> soir, sept heures et<br />

demie. […]. Et vous trouverez des amis à notre table: <strong>Gualdo</strong>, Coppée, Goncourt. Oui, n’est-ce<br />

pas? Cor<strong>di</strong>alement à vous. Emile Zola”.<br />

43 E. – J. DE GONCOURT, Journal: mémoires de vie littéraire, cit., vol. XXI, p. 232,<br />

dove in data 23 aprile 1896 si legge: “établit que le talent de d’Annunzio n’existe qu’à la con<strong>di</strong>tion<br />

d’être électrisé par un courant intellectuel”.<br />

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