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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Poesia – Musica – Pittura: <strong>Gualdo</strong> e le Tre Arti sorelle<br />

Piangean il corpo bello ed adorato<br />

Ancor le donne al tramontar del sole,<br />

Nel duol provando un’acre ebrezza estrema.<br />

L’inno sorgea nel ciel già scolorato<br />

Ed il ritmo scandeva le parole.<br />

– Era un quadro <strong>di</strong>vin d’Alma Tadema. 288<br />

La descrizione <strong>di</strong> una tela, che si potrebbe ipotizzare essere A De<strong>di</strong>cation to<br />

Bacchus 289 (opera coerente con la poesia gual<strong>di</strong>ana sia per il contenuto – dove<br />

sembrerebbe certa la corrispondenza tra i versi e l’immagine raffigurata – che<br />

per la cronologia, essendo la tela del 1889), del nostalgico Lawrence Alma-<br />

Tadema è oltremodo significativa, poiché <strong>Gualdo</strong> con questo componimento si<br />

rapporta ad un pittore che, al suo pari, si colloca all’interno <strong>di</strong> una temperie culturale<br />

dominata dal “fascino <strong>di</strong> reclusioni immaginative e spirituali”, in cui era<br />

sorta quella maison de rêve descritta da Théophile Gautier in Mademoiselle<br />

Maupin. 290 Le luci, le suggestioni, i temi – dall’arte classica all’arcano –, la malinconia<br />

dell’antico e soprattutto il potere evocativo dei quadri nati nell’atelier<br />

dell’artista vittoriano sembrano, in effetti, confarsi perfettamente alla poetica<br />

onirica <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>, che nelle opere del maestro olandese (inglese d’adozione) –<br />

opere che aveva avuto modo <strong>di</strong> osservare da vicino, come egli stesso racconta a<br />

Montesquiou, durante un soggiorno a Londra 291 – poteva vedere un’esatta trasposizione<br />

<strong>di</strong> tante sue pagine. Come si legge nel saggio <strong>di</strong> Carlo Sisi de<strong>di</strong>cato<br />

alla teoria e all’immaginazione dell’antico, gli artisti del filone in cui si inserisce<br />

a pieno titolo e a mo’ <strong>di</strong> caposcuola Laurens Tadema 292 – da Flandrin a<br />

288 L. GUALDO, Sogno, in «Tavola rotonda», 10 gennaio 1892.<br />

289 Meno probabile sembra, invece, un’identificazione con The Way to the Temple (1882)<br />

in cui la processione in onore della <strong>di</strong>vinità pagana appare d’interesse secondario, sullo sfondo<br />

della tela, la cui scena è focalizzata, piuttosto, su una fanciulla assisa in primo piano.<br />

290 C. SISI, Fra Babilonia e Pompei. Teoria e immaginazione dell’antico, in AA. VV.,<br />

Alma Tadema e la nostalgia dell’antico, a cura <strong>di</strong> E. Querci e S. De Caro, Milano, Mondadori<br />

Electa, 2007, p. 139.<br />

291 Narrando al suo corrispondente l’incontro con il pittore americano Whistler, <strong>Gualdo</strong><br />

scrive: “Vous-ai-je <strong>di</strong>t que je lui ai parlé un soir, à Londres, au Grovensor Gallery Club?” (Lettera<br />

XXIX, in V. DONATO RAMACIOTTI, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> e Robert de Montesquiou. Con lettere<br />

ine<strong>di</strong>te, cit., p. 351). All’epoca della stesura del messaggio tale galleria esponeva quadri <strong>di</strong><br />

Burne-Jones, Watts, J. Millais e, per l’appunto, Whistler e Alma Tadema.<br />

292 È questo, <strong>di</strong>fatti, il vero nome <strong>di</strong> Sir Lawrence Alma-Tadema, nato a Dronrijp, nei Paesi<br />

Bassi, l’8 gennaio del 1836 e morto a Wiesbaden, in Germania, il 25 giugno del 1912.<br />

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