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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

nivano apportate soprattutto alle trame; gli autori dell’epoca – da Giacosa a Torelli,<br />

da Cossa a Rovetta – avevano cominciato a stendere copioni pensati per<br />

coinvolgere le sempre più ampie platee borghesi, cosicché erano stati introdotti<br />

nuovi temi, adatti ad accogliere le esigenze della mutata realtà sociale: 36 assimilando<br />

i moduli d’oltralpe (i punti <strong>di</strong> riferimento erano in special modo Dumas,<br />

Augier e Sardou), essi introdussero in Italia il cosiddetto dramma sociale, <strong>di</strong> cui<br />

era elemento essenziale il ricorso ad un linguaggio me<strong>di</strong>o e a personaggi comuni<br />

ma “fortemente delineati in senso psicologico e sentimentale”. 37 Perfettamente<br />

collocabile in questo nuovo canone tardottocentesco è il dramma <strong>di</strong> Giacosa<br />

Tristi amori, che, però, dopo ormai vent’anni dalle sperimentazioni delle cosiddette<br />

comme<strong>di</strong>e a tesi <strong>di</strong> Achille Torelli, sancirà un ulteriore passo evolutivo<br />

nello sviluppo del suddetto canone, perché in esso veniva messa in evidenza<br />

l’affermazione della società borghese in termini ancor più prosaici <strong>di</strong> quanto<br />

non si fosse già fatto in passato; presentandosi, infatti, come il ritratto <strong>di</strong> un<br />

mondo ormai privo <strong>di</strong> ideali, le cui classi dominanti vivono irreversibilmente<br />

appiattite nel grigiore senza riscatto della quoti<strong>di</strong>anità, questo dramma, soprattutto<br />

a causa della “mancanza <strong>di</strong> contenuti ideali, a tratti incarnata da scene <strong>di</strong><br />

squallore domestico risolte con realistica precisione”, finirà, come vedremo, per<br />

irritare il pubblico <strong>di</strong> Roma, per poi conquistare, ma soltanto in un secondo<br />

momento, tutte le altre piazze italiane, grazie anche alla splen<strong>di</strong>da interpretazione<br />

<strong>di</strong> Eleonora Duse. 38 Frutto dell’osservazione della vita borghese, l’importanza<br />

attribuita da Giacosa all’analisi e alla descrizione dei “comportamenti<br />

psicologici e sociali” <strong>di</strong> questa fetta <strong>di</strong> società, garantirà al drammaturgo torinese<br />

un successo <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> pubblico internazionale. 39<br />

Come si è anticipato, Tristi amori (almeno in fase embrionale) vide, accanto<br />

all’ispirazione del suo stesso autore, anche il contributo delle menti <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong><br />

e Boito. La notizia della genesi del testo è riportata in un articolo, segnalato<br />

da Nar<strong>di</strong>, 40 <strong>di</strong> Ugo Pesci apparso sulle pagine de «L’Illustrazione Italiana» del<br />

15 gennaio 1888, all’indomani dei gran<strong>di</strong> successi ottenuti in tutt’Italia da quest’opera:<br />

quasi due anni prima, racconta il giornalista, uscendo dal teatro Filodrammatico<br />

<strong>di</strong> Milano, Giacosa aveva raccontato a entrambi gli amici <strong>di</strong> sentirsi<br />

36<br />

S. FERRONE – F. SIMONCINI, Il teatro, cit., p. 911.<br />

37<br />

Ivi, p. 912.<br />

38<br />

Ivi, pp. 938-939.<br />

39<br />

T. IERMANO, Esploratori delle Nuove Italie, <strong>Napoli</strong>, Liguori, 2002, p. 15.<br />

40<br />

P. NARDI, Vita e tempo <strong>di</strong> Giuseppe Giacosa, cit., pp. 518-519.<br />

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