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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Poesia – Musica – Pittura: <strong>Gualdo</strong> e le Tre Arti sorelle<br />

Bouguerau, da Curzon (autore, tra l’altro, <strong>di</strong> Un rêve dans les ruines de Pompéi)<br />

a Gérôme, da Mussini ad un certo Morelli neoclassico – “la favolosa bellezza<br />

pagana”, per restare nell’eletto contesto dell’art pour l’art (<strong>di</strong> un’arte,<br />

cioè, svincolata da ogni pretesa d’insegnamento etico-morale) e delle sue conseguenze<br />

nella cultura figurativa europea della seconda metà del XIX secolo,<br />

“trascende […] l’or<strong>di</strong>naria avvenenza del modello reale perché quei pittori vi<br />

seppero innestare fantasie letterarie alimentate dallo stesso bacino estetico nel<br />

quale sbocciarono gli Emaux et camées <strong>di</strong> Gautier” 293 ed in cui – si aggiungerà<br />

– anche lo stesso <strong>Gualdo</strong> si era alimentato negli anni della sua formazione. “Vivete<br />

sempre o care arti <strong>di</strong>vine” 294 scriveva – per giunta in italiano – proprio Alma-Tadema<br />

in una lettera all’amico e collega napoletano Domenico Morelli: sul<br />

valore e sul significato da attribuire a tale affermazione <strong>Gualdo</strong> non avrebbe potuto<br />

maggiormente concordare con il pittore anglofiammingo.<br />

Si noterà che, nel corso <strong>di</strong> questa breve analisi introduttiva al gusto e agli<br />

orientamenti poetici e artistici <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>, con la quale si è tentato <strong>di</strong> offrire anche<br />

un rapido excursus sulla sua produzione letteraria, non sono state menzionate<br />

alcuni importanti testi dello scrittore italo-francese (quali Costanza Gerar<strong>di</strong>,<br />

Un mariage excentrique o il ben più complesso romanzo Decadenza) e questo<br />

perché se ne rimanda l’esame ai capitoli successivi, dove saranno <strong>di</strong> volta in<br />

volta opportunamente presi in considerazione in rapporto a scrittori (ed alle relative<br />

opere) entrati in contatto con <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, sia al <strong>di</strong> qua che al <strong>di</strong> là delle<br />

Alpi, autori per i quali egli ha ricoperto il ruolo <strong>di</strong> amico, consigliere, recensore,<br />

me<strong>di</strong>atore e promotore in patria e all’estero, ma che hanno a loro volta contribuito<br />

alla sua maturazione artistica dall’iniziale estetismo fino alle prove della<br />

maturità, dove, naufragando nella noia, egli arriverà alla <strong>di</strong>ssoluzione delle<br />

strutture oggettive del raccontare. 295 Nelle pagine imme<strong>di</strong>atamente successive,<br />

invece, si continuerà a valutare il rapporto <strong>di</strong> questo critico con la poesia, con le<br />

293 C. SISI, Fra Babilonia e Pompei. Teoria e immaginazione dell’antico, cit., p. 143.<br />

294 Lettera in francese, datata “[Londra], 9 luglio 1886”. Biblioteca Nazionale <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong>,<br />

Sezione Manoscritti, Fondo Domenico Morelli (segnatura: Carte Morelli I/12).<br />

295 Secondo Gabriele Catalano il ruolo svolto da <strong>Gualdo</strong> nello sviluppo della narrativa romanzesca<br />

tra Otto e Novecento è fondamentale e segna un passo decisivo, specie se considerato<br />

in vista dei futuri sviluppi. Secondo il critico “una volta crollato il «personaggio», le emozioni<br />

posso solo rifugiarsi nello sviluppo estenuante dello psicologismo: una via, questa, che porterà a<br />

Svevo, ma con meno intensa drammaticità, con più evidenti sbavature psicologiche e con minore<br />

coscienza storica” (G. CATALANO, I cancelli dell’Ermitage. Interferenze e letture critiche,<br />

<strong>Napoli</strong>, Giannini, 1974, p. 184).<br />

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