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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

La “bella traduzione del racconto fatta dall’italo-francese <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>” 49<br />

verrà, in effetti, utilizzata da Rod su suggerimento <strong>di</strong> Verga (“essa non Le sarà<br />

forse inutile per avere un’idea <strong>di</strong> quel che riuscirebbe il tentativo che Le propongo,<br />

lasciando più che è possibile allo scritto nella traduzione francese la sua<br />

fisionomia caratteristica siciliana, come io ho cercato <strong>di</strong> renderla nell’italiano”)<br />

50 per cercare <strong>di</strong> interpretare quanto più nettamente e fedelmente le idee<br />

artistiche dell’autore italiano. 51 Ma Rod, poco incline a seguire con fedeltà e intento<br />

d’arte lo scrittore che traduce – come faceva invece in quegli anni Hérelle<br />

52 – non riesce sempre a preservare la veste linguistica originaria de I Malavoglia:<br />

la traduzione, comunque, parve accontentare tanto Capuana quanto<br />

Verga, che incaricò <strong>Gualdo</strong> – per quanto egli ritenesse che quel romanzo era da<br />

considerarsi intraducibile 53 – <strong>di</strong> fargli da interme<strong>di</strong>ario a Parigi 54 e <strong>di</strong> incontrare<br />

il suo traduttore, cui <strong>di</strong>ede notizia dell’incontro con queste parole:<br />

Caro Rod,<br />

vi recherà questa mia il sig. <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, carissimo amico mio, che conoscerete<br />

forse pei suoi romanzi pubblicati dal Lemerre, e che son lieto <strong>di</strong> farvi conoscere personalmente.<br />

Egli vi <strong>di</strong>rà meglio <strong>di</strong> come non potrei farlo in una lunga lettera, tutto ciò <strong>di</strong><br />

cui abbiamo tanto parlato insieme, circa una possibile pubblicazione della traduzione<br />

francese dei Malavoglia, e vedrà con Voi, se non sarebbe preferibile <strong>di</strong> tentare la prova<br />

49<br />

U. RAPALLO, La traduzione come viaggio e le barriere della traducibilità, in «<strong>Stu<strong>di</strong></strong><br />

italiani <strong>di</strong> linguistica teorica e applicata», Pacini E<strong>di</strong>tore, 1992, p. 18.<br />

50<br />

R. CIAMPINI, Lettere <strong>di</strong> Giovanni Verga al suo traduttore Eduard Rod, cit., p. 442.<br />

51<br />

Si veda la lettera <strong>di</strong> Verga a Rod del 4 <strong>di</strong>cembre 1881: “Io proporrei a Lei, ove occorre<br />

quell’interpretazione e quel giro della frase, che crederei rendesse meglio il carattere dello stile;<br />

Ella, più competente <strong>di</strong> me, l’adotterebbe se trovasse che anche in francese risponderebbe nettamente<br />

al mio pensiero” (ivi, p. 444).<br />

52<br />

Georges Hérelle sarà il traduttore ufficiale <strong>di</strong> Gabriele d’Annunzio. A proposito della<br />

sua bravura <strong>Gualdo</strong> scriverà a Verga (cfr., infra, il capitolo intitolato: Nella Roma bizantina).<br />

53<br />

Comunica, in effetti, Verga al suo traduttore francese: “Son certo che […] Ella riuscirebbe<br />

a fare una vera opera d’arte e a superare <strong>di</strong>fficoltà immense, giacché lo stesso <strong>Gualdo</strong>, che<br />

pur conosce perfettamente il francese, <strong>di</strong>cevami che i Malavoglia sono intraducibili” (R.<br />

CIAMPINI, Lettere <strong>di</strong> Giovanni Verga al suo traduttore Eduard Rod, cit., p. 444).<br />

54<br />

Non si trattò, in questo caso, della prima occasione in cui <strong>Gualdo</strong> si trovò a svolgere un<br />

compito in vece/per Verga. In una lettera da Parigi del 19 luglio [1876] si legge: “Sono stato per<br />

trovar Verga, pel quale ho una commissione, ma non l’ho trovato. Del resto il peggior <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong><br />

Parigi è proprio la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> trovar la gente”. Fondo <strong>Gualdo</strong>, b.1(5). Il documento citato è<br />

parzialmente e<strong>di</strong>to in P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 294.<br />

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