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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

ta, “che soggioga, commuove, apre <strong>degli</strong> spiragli verso un orizzonte lontano,<br />

dove albeggiano le verità supreme”, 243 perché rappresenta un lavoro magistrale<br />

in cui l’autore conduce con mano potente i lettori verso una “inesorabile meta”.<br />

244 Secondo <strong>Gualdo</strong> se “i due protagonisti innamorano”, 245 anche tutti gli altri<br />

personaggi sono in grado si suscitare nel pubblico un forte interesse: egli pare<br />

colpito soprattutto dalla figura del Conte Lao che, somigliante un po’ al Conte<br />

Cesare <strong>di</strong> Malombra, è “un egoista che si de<strong>di</strong>ca a chi ama”; 246 dotato <strong>di</strong> senso<br />

pratico della vita, questi è al tempo stesso intriso <strong>di</strong> una poesia latente nel<br />

suo essere malato vero e immaginario, artista sui generis che <strong>di</strong>scorre con Elena<br />

<strong>di</strong> opere e personaggi ideati da Metastasio (contro il quale egli si scaglia) e con<br />

la quale “borbotta perfino contro Swinburne” 247 (ma, sia ben chiaro, il poeta inglese<br />

non viene mai esplicitamente menzionato nel testo <strong>di</strong> Fogazzaro, eppure<br />

<strong>Gualdo</strong>, profondo conoscitore <strong>di</strong> letteratura inglese e grande ammiratore, in particolare,<br />

proprio dell’autore <strong>di</strong> Poems and ballads, riesce comunque a cogliere<br />

ogni allusione fatta ai suoi componimenti). Nella parte conclusiva dell’opera,<br />

quella in cui il recensore sostiene che l’autore vicentino abbia raggiunto un’altezza<br />

a cui raramente si è giunti in letteratura, i due personaggi principali vengono<br />

posti <strong>di</strong> fronte all’ardua scelta <strong>di</strong> decidere se cedere al loro amore oppure<br />

continuare a rispettare il patto sociale. Chiaramente – come si è anticipato – essi<br />

optano, o meglio, sono costretti ad optare dalla loro stessa natura a sottomettere<br />

i propri desideri alla morale convenzionale: la conclusione del romanzo non potrà<br />

che essere tragica. Quella stessa Elena che al principio dell’opera voleva<br />

“nobilmente staccarsi dal Cortis”, e che poi aveva tentato con la fuga in Sicilia,<br />

sente che non può chiedere tanto al cugino poiché sa <strong>di</strong> non potergli “rovinare<br />

243<br />

L. GUALDO, “Daniele Cortis”…, cit.<br />

244<br />

Ibidem.<br />

245<br />

Ibidem.<br />

246<br />

Ibidem.<br />

247<br />

Ibidem. Algernon Swinburne (Londra, 1837- Putney, 1909), poeta inglese <strong>di</strong> epoca vittoriana,<br />

è stato considerato fin da giovane il legittimo successore <strong>di</strong> Tennyson e Browning: ai<br />

suoi tempi la sua poesia fu molto controversa, a causa <strong>di</strong> alcuni tremi come sadomasochismo,<br />

pulsione <strong>di</strong> morte, lesbismo e irreligiosità. Durante gli stu<strong>di</strong> ad Oxford, Swinburne conobbe<br />

Dante Gabriel Rossetti, William Morris ed Edward Burne-Jones, rimanendo così influenzato<br />

dall’arte preraffaellita. Dopo i primi Poems and Ballads, la sua poesia fu sempre più interessata<br />

da temi filosofici e politici (anche in merito all'Unità d'Italia, specie nel volume Songs before<br />

Sunrise). Sull’influenza <strong>di</strong> Swinburne sui versi gual<strong>di</strong>ani cfr. M. GUGLIELMINETTI, «Le Nostalgie»<br />

<strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 279-295.<br />

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