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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

risalente al 7 gennaio 1897, contiene un interessante giu<strong>di</strong>zio sull’amico cosmopolita<br />

unito al rimpianto per la per<strong>di</strong>ta, seppur parziale (negli anni in cui la<br />

sua malattia era ormai in stato avanzato) del suo acume e della sua capacità <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> un tempo:<br />

Mon cher Bellaigue,<br />

[…] sono contento che abbiate conosciuto il mio buon amico <strong>Gualdo</strong>. Quando era<br />

sano e forte era fra gli esseri più spirituali e spirituels che si potessero conoscere; aveva<br />

un senso critico dei più acuti ed arguti; l’avete incontrato tar<strong>di</strong>. 179<br />

Boito si trovava a Parigi nei giorni in cui <strong>Gualdo</strong> era stato colpito dalla paralisi<br />

alle gambe, in quanto impegnato in città per l’imminente messa in scena<br />

del suo Otello, alla cui versione da rappresentare Oltralpe egli lavorava almeno<br />

dai tempi della prima milanese alla Scala (“Boito lavora come un cane a tradurre<br />

l’Otello in francese; poi, credo, in tutte le lingue, compreso il sanscrito” 180<br />

comunica scherzosamente <strong>Gualdo</strong> a Verga nel gennaio 1887). Di poco successiva<br />

al primo ritorno in Italia, dopo il definitivo aggravarsi della malattia, è una<br />

lettera scritta da <strong>Gualdo</strong> a Mallarmé – lettera erroneamente datata da Carl Paul<br />

Barbier, per illegibilità del timbro postale, “24 Novembre? 1894”, ma <strong>di</strong> sicuro<br />

risalente al mese <strong>di</strong> ottobre – contenente entusiastiche parole a proposito delle<br />

opere <strong>di</strong> Boito e della loro messa in scena in Francia all’Opèra Comique:<br />

Boito est revenu de Paris, enchante de nouveau & grand succès d’Othello. C’est<br />

un grand succès officiel ; il me semble toutefois que l’opéra a plu moins que Falstaff.<br />

Mais quel double miracle de la part de Ver<strong>di</strong> que ces deux triomphes se suivant si<br />

près! 181<br />

La collaborazione <strong>di</strong> Boito con il Maestro aveva avuto seguito, come si è<br />

accennato, dopo l’Otello del 1887, sei anni più tar<strong>di</strong> con il Falstaff. Con queste<br />

due esperienze l’attività <strong>di</strong> Boito come librettista – che già per il passato aveva<br />

composto testi per i compositori Faccio, Catalani, Ponchielli, Mancinelli, Coronaro,<br />

San Germano, Palumbo e Dominiceti – aveva raggiunto livelli altissimi<br />

riuscendo a creare un rapporto tra parola e musica capace <strong>di</strong> oltrepassare la<br />

179 Ibidem.<br />

180 G. RAYA, Ine<strong>di</strong>ti verghiani. Ventisei lettere <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 137. Lettera XIV.<br />

181 C. P. BARBIER, Lettres de <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, 1879-94, in Documents Stéphane Mallarmé,<br />

v. I, Paris, Nizet, 1985, p. 107. Lettera VI.<br />

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