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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

volgevano al declino, affianca alla verità la me<strong>di</strong>azione della poesia, ma sente<br />

<strong>di</strong> non potersi esimere dal notare che:<br />

[…] il romanzo nulla perderebbe dal fascino che da esso emana, della verità e a un<br />

tempo della poesia che contiene, dell’interesse che suscita lo stu<strong>di</strong>o coscienzioso e abile<br />

delle passioni, e neppure nella parte patologica <strong>di</strong> esso – poiché Eugenia è un’isterica<br />

e Ruggero soffre <strong>di</strong> una malattia morale eccezionale, dovuta alla sua natura, al suo<br />

passato e alle vicende della sua giovinezza 159 – se fosse omesso quel fenomeno (non<br />

sappiamo quanto scientificamente esatto) del profumo che emana dal corpo <strong>di</strong> lei e al<br />

quale sembra sia dato una grande importanza dall’autore, tanto che lo scelse per titolo<br />

del libro. 160<br />

Concorda con molti aspetti del giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> su questo volume (e potenzialmente<br />

le sue parole potrebbero essere frutto <strong>di</strong> uno scambio <strong>di</strong> opinioni)<br />

il suo contemporaneo, nonché caro amico, Girolamo Rovetta, il quale, commentando<br />

brevemente il libro <strong>di</strong> Capuana, sostiene che in questo romanzo “il Profumo<br />

[…] è l’incidente, l’accessorio… come <strong>di</strong>re? è il mero pretesto <strong>di</strong> un’analisi<br />

psicologica e <strong>di</strong> una pittura d’ambiente che nessun scienziato sarebbe in<br />

grado neppure <strong>di</strong> immaginare, a meno <strong>di</strong> non essere al pari tempo un artista”. 161<br />

Certamente <strong>Gualdo</strong> non riteneva essere degno <strong>di</strong> un buon lavoro d’artista il<br />

maggiore <strong>di</strong>fetto riscontrato nel testo, ossia il “fatto che tutto sembra detto a<br />

mezzo”. Egli arriva a chiedersi se tale oscurità sia voluta, ma ritenendo che l’intero<br />

equilibrio del testo risulti compromesso da questo deficit <strong>di</strong> informazioni,<br />

conclude che “il romanzo ne acquisterebbe con l’essere più chiaro”. 162<br />

Del resto, un’altra mancanza che il recensore in<strong>di</strong>ca nell’opera del siciliano<br />

consiste nel fatto che egli troppo spesso – e ancora una volta <strong>Gualdo</strong> potrebbe<br />

aver letto in ciò un retaggio del metodo naturalista – valuti insufficienti a motivare<br />

alcuni comportamenti le cause addotte dal narratore per spiegarne gli effetti:<br />

così, ad esempio, analizzando la irrime<strong>di</strong>abile impotenza <strong>di</strong> Patrizio, il protagonista<br />

maschile del romanzo, “a confidarsi nella moglie che pure ama, ad amarla<br />

com’ella legittimamente agogna <strong>di</strong> essere amata”, viene detto che non bastano,<br />

necessariamente, a spiegarla (e giustificarla) il suo “carattere malinconi-<br />

159 Anche in questa descrizione del protagonista maschile del romanzo, così come nel già<br />

citato rapporto <strong>di</strong> questi con la madre, sembrerebbe che <strong>Gualdo</strong> abbia potuto autoproiettarsi.<br />

160 L. GUALDO, Cronache letterarie. Il profumo, cit.<br />

161 G. ROVETTA, <strong>Luigi</strong> Capuana, in Cinque minuti <strong>di</strong> riposo!, cit., p. 65.<br />

162 L. GUALDO, Cronache letterarie. Il profumo, cit.<br />

149

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