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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

stassera dopo il teatro. Che piacere che abbiate pubblicato il libro! Che piacere averlo<br />

ricevuto! Vi voglio bene. 127<br />

Appena due anni dopo la composizione dei versi appena citati in<strong>di</strong>rizzati a<br />

Giacosa, con cui sembrerebbe che <strong>Gualdo</strong> avesse mandato alla Duse le sue Nostalgie,<br />

un ulteriore contatto dell’attrice italiana con il mondo della letteratura,<br />

ma questa volta d’oltralpe, vede <strong>di</strong> nuovo protagonista <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>. Infatti, nel<br />

carteggio che questi intratteneva con il conte Robert de Montesquiou Frezensac,<br />

Valeria Donato Ramaciotti ha segnalato la presenza <strong>di</strong> un biglietto da visita<br />

senza data del milanese in cui vengono espressi ringraziamenti per la “très littérale<br />

et jolie traduction en vers du portrait que je vous ai envoyé”. 128 Da una poesia<br />

pubblicata nella prima e<strong>di</strong>zione della raccolta Les Hortensias Bleus <strong>di</strong><br />

Montesquiou, intitolata Vacua Vidua (Sur un portrait d’Eleonora Duse), e de<strong>di</strong>cata<br />

a <strong>Gualdo</strong> appren<strong>di</strong>amo che il ritratto tradotto in versi cui aveva fatto riferimento<br />

nel biglietto poc’anzi citato raffigurava, in effetti, l’attrice italiana. A<br />

conferma <strong>di</strong> ciò esiste un passo del libro Autels privilégiés dello scrittore francese<br />

in cui egli narra <strong>di</strong> aver ricevuto (nel 1885) dall’amico italiano una fotografia<br />

a mezzobusto, senza nessuna in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> nome né alcun commento,<br />

rappresentante “une pensive, mélancolique et presque douloureuse jeune femme,<br />

les yeux baissés, les cheveux peu coiffés, la mise <strong>di</strong>scrète, la mine découragée<br />

en l’attitude la plus simplement désaspérante des mains dénouées, après le<br />

désenlacement d’une dernière illusion, d’une suprême chimère”. 129<br />

Pierre de Montera, sulla base <strong>di</strong> questa descrizione, ha proposto l’ipotesi<br />

che si possa trattare <strong>di</strong> una fotografia della Duse nelle vesti <strong>di</strong> Froufrou, protagonista<br />

della omonima comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Meilhac et Halévy, oppure <strong>di</strong> uno scatto<br />

che l’avrebbe immortalata nel ruolo <strong>di</strong> Odette (che, tra l’altro, è una vedova, in<br />

concordanza con il titolo del componimento poetico “Vacua vidua”), nel dramma<br />

<strong>di</strong> Sardou. 130 Attraverso l’efficace immagine che <strong>Gualdo</strong> gli invia, Montesquiou<br />

realizza un ritratto in versi che coglie alla perfezione la natura intrinsecamente<br />

antitetica della <strong>di</strong>va, che viene descritta in questi termini:<br />

127<br />

D. PETACCIA, Un sonetto ine<strong>di</strong>to <strong>di</strong> Gabriele d’Annunzio a <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 8.<br />

128<br />

V. DONATO RAMACIOTTI, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> e Robert de Montesquiou (con lettere ine<strong>di</strong>te),<br />

cit., p. 367. Documento XLVI.<br />

129<br />

R. DE MONTESQUIOU, Autels privilégiés, Paris, Fasquelle, 1898, p. 310.<br />

130<br />

P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, Robert de Montesquiou et la Duse, cit., p. 284.<br />

228

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