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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Nota introduttiva<br />

Quando nel 1859 Carlo Bo, presentando l’opera omnia <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>,<br />

aveva sottolineato l’importanza <strong>degli</strong> autori cosiddetti ‘minori’ nella storia del<br />

secondo Ottocento italiano, egli si era a lungo soffermato sull’importanza <strong>di</strong><br />

questa categoria composta da “testimoni preziosi per recuperare il cammino<br />

reale della letteratura”. 1 Tuttavia, cimentandosi nel recupero dei testi gual<strong>di</strong>ani,<br />

il critico si era subito imbattuto in una serie imprevista <strong>di</strong> ostacoli, primo fra<br />

tutti la <strong>di</strong>spersione della documentazione relativa allo scrittore in esame, documentazione<br />

che, soltanto al giorno d’oggi, sta lentamente ritornando alla luce,<br />

<strong>di</strong>sseminata in giro per l’Europa tra archivi pubblici e fon<strong>di</strong> privati.<br />

Il primo a rendersi conto delle <strong>di</strong>fficoltà destinate agli stu<strong>di</strong>osi intenzionati<br />

a costringere nelle reti della critica “un pesce <strong>di</strong>fficile da catturare e da cucinare<br />

nella salsa giusta” (Sormani), 2 quale si è pian piano <strong>di</strong>mostrato essere <strong>Gualdo</strong>,<br />

era stato Benedetto Croce, il quale (dopo aver con insistenza chiesto notizie<br />

all’amico Casati) 3 aprì significativamente il proprio articolo sulle pagine de «La<br />

Critica» affermando che lo scrittore in esame, milanese <strong>di</strong> nascita e parigino<br />

d’elezione, “parve appartenere e non appartenere al mondo letterario italiano”. 4<br />

La sua vita, in effetti, risulta fin dall’infanzia talmente movimentata da rendere<br />

impresa ardua il volerne seguire tutte le fasi e gli spostamenti: nato a Milano<br />

il 9 febbraio 1844, <strong>di</strong>scendente da una nobile famiglia lombarda, <strong>Luigi</strong> Gaetano<br />

Giacomo Enrico <strong>Gualdo</strong> Bolis fu costretto al cosmopolitismo sin dalla più<br />

tenera età. Insieme ai genitori (sembrerebbe a causa del coinvolgimento paterno<br />

nei moti rivoluzionari), egli sarà costretto alla fuga, vivendo i suoi primi anni in<br />

1<br />

C. BO, Introduzione a L. GUALDO, Romanzi e Novelle, Firenze, Sansoni, 1959, p. XIV.<br />

2<br />

E. SORMANI, La crisi della mezza età nell’età della crisi. Rileggiamo <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, in<br />

«Pace e Guerra», 16 giugno 1983, p. 89.<br />

3<br />

B. CROCE, Lettere ad Alessandro Casati, <strong>Napoli</strong>, Istituto Italiano per gli <strong>Stu<strong>di</strong></strong> Storici,<br />

1969, pp. 174-176. Doc. 352 (del 26 aprile 1935): “ti prego <strong>di</strong> rammentarti che mi occorre la<br />

data della morte del <strong>Gualdo</strong>” e doc. 354: “Ricordati <strong>di</strong> mandarmi la data riguardante il <strong>Gualdo</strong>”.<br />

4<br />

ID., <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, in «La Critica», 20 luglio 1935, pp. 248-256; rist. in La Letteratura<br />

della Nuova Italia, vol. V, Bari, Laterza, 1948, pp. 235-245. Sembrerebbe che, tra gli anni ’30 e<br />

’40, Alessandro Casati e Dante Petaccia – entrambi membri dell’originario consiglio <strong>di</strong> amministrazione<br />

dell’Istituto Italiano per <strong>Stu<strong>di</strong></strong> Storici – fossero in possesso <strong>di</strong> gran parte delle carte<br />

appartenute a <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, poi andate <strong>di</strong>sperse. Attualmente è stata ritrovata, nel Fondo Casati<br />

della biblioteca Ambrosiana <strong>di</strong> Milano, soltanto una lettera <strong>di</strong> Émile Zola destinata a <strong>Gualdo</strong>.<br />

3

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