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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

Terminata la parentesi aperta su Zola, dopo aver esposto l’iter della carriera<br />

letteraria dei fratelli Goncourt, <strong>Gualdo</strong> si appresta finalmente ad analizzare il<br />

libro su cui è, almeno nominalmente, incentrato il suo stu<strong>di</strong>o, quella Faustin<br />

de<strong>di</strong>cata al pittore De Nittis, 152 “che è il terzo e più importante pubblicato da<br />

Edmond de Goncourt solo […], romanzo in cui il suo ingegno si afferma <strong>di</strong><br />

nuovo possentemente e al quale si <strong>di</strong>rebbe che lo spirito del compagno prematuramente<br />

sparito e tanto rimpianto, abbia continuato a collaborare”. 153 Ancora<br />

una volta, dunque (dopo il compte rendu alla Page d’amour, del 1878, e prima<br />

<strong>di</strong> quello al Rêve, del 1889), ci troviamo al cospetto <strong>di</strong> un articolo in cui <strong>Gualdo</strong>,<br />

pur recensendo un’opera <strong>di</strong> uno scrittore naturalista, opta per un romanzo<br />

sui generis e certamente non ascrivibile in ogni suo aspetto al genere realista.<br />

Eloquente – e d’aiuto per comprendere la scelta gual<strong>di</strong>ana – la lettura che<br />

Jean-Pierre Bertrand ha offerto della Faustin, una lettura nella quale, nell’esporre<br />

e nel tentare <strong>di</strong> sanare le numerose ambivalenze ed i conflitti che caratterizzano<br />

il testo, egli ha efficacemente sintetizzato le caratteristiche del romanzo<br />

opponendo all’anti-realismo della forma il realismo del contenuto: questo<br />

libro infatti – afferma Bertrand –, non appartenendo ad un preciso genere e<br />

collocandosi all’infuori <strong>di</strong> una precisa categoria, presenta spesso peculiarità<br />

comuni al Journal (i sessantaquattro capitoli in cui si articola il romanzo gli<br />

rammentano <strong>di</strong>fatti la “combination aléatorie de morceaux de vie” 154 che caratterizza<br />

la scrittura memorialistica) le quali rendono evidente la “nature double”<br />

del volume che – come si è anticipato – “somme toute, par son contenu […] est<br />

un roman réaliste, voire naturaliste; il est anti-réaliste par sa forme et sa composition”.<br />

155<br />

in carrozza, è una delle più notevoli pagine del libro per la verità con cui sono analizzate sensazioni<br />

appena percettibili”.<br />

152 Giuseppe De Nittis era anch’egli un intimo <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>. I riferimenti a tale pittore compaiono<br />

con frequenza nei suoi carteggi in sintetiche e <strong>di</strong>vertenti formule dove nome proprio<br />

(nella firma del <strong>di</strong>minutivo, Peppino), nome della moglie (nella versione contratta Titine) e cognome<br />

vengono fusi in un unico giocoso termine (“Peppine”, “Peppineettitu<strong>di</strong>ne”, ecc.). In particolare<br />

c’è una lettera <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> a Montesquiou (V<strong>II</strong>I, giugno 1883) nella quale autore e de<strong>di</strong>catario<br />

della Faustin vengono ad<strong>di</strong>rittura accostati: “je voudrais cependant savoir […] si vous<br />

étes assis sous le dais où E. de G. fume constamment le Calumet de la guerre chez Peppine et<br />

Titine” (V. DONATO RAMACIOTTI, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> e Robert de Montesquiou, cit., p. 324).<br />

153 L. GUALDO, L’ultimo romanzo <strong>di</strong> Goncourt [La Faustin], cit., p. 118.<br />

154 J.-P. BERTRAND, Lecture de La Faustin, in appen<strong>di</strong>ce a E. DE GONCOURT, La<br />

Faustin, Arles, Actes Sud, 1995, p. 287.<br />

155 Ivi, p. 291.<br />

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