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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Poesia – Musica – Pittura: <strong>Gualdo</strong> e le Tre Arti sorelle<br />

voluzione in Spagna. 410 Malgrado la “solida salute apparente”, 411 il lavoro eccessivo,<br />

l’esuberanza della sua vita febbrile e gli sforzi continui avevano drasticamente<br />

ridotto il suo vigore, tanto da costringerla ad abbandonare la pratica<br />

scultorea, senza permetterle neppure <strong>di</strong> incominciare un monumento de<strong>di</strong>cato<br />

all’imperatore Massimiliano che doveva venire eretto a Miramar. Di conseguenza,<br />

era stata obbligata a ripiegare sulla pittura, che le avrebbe dovuto comportare<br />

un minore affaticamento fisico, ma a lungo andare anche questa pratica<br />

le era stata negata, come racconta <strong>Gualdo</strong> commentando le pre<strong>di</strong>lezioni artistiche<br />

ed i risultati ottenuti da Marcello nelle sue nuove, ultime prove artistiche:<br />

Si <strong>di</strong>ede allora a <strong>di</strong>pingere, e sebbene i suoi quadri non valgano le sue statue, vi si<br />

rinvengono però gran<strong>di</strong> pregi <strong>di</strong> colorista – quelli che mancano <strong>di</strong> solito alla pittura <strong>degli</strong><br />

scultori. Essa ammirava la scuola spagnola e adorava Rembrandt. Spesso la si vedeva<br />

al Louvre, estasiata davanti alle tele del maestro olandese.<br />

Più tar<strong>di</strong> le si proibì <strong>di</strong> lavorare, e faceva solo qualche schizzo, con una sicurezza<br />

maravigliosa. 412<br />

Nelle vesti <strong>di</strong> scultrice Adèle d’Affry aveva realizzato alcune opere passate<br />

poi alla storia, come i due busti <strong>di</strong> Maria Antonietta che l’articolista <strong>di</strong>ce aver<br />

fatto tanto rumore all’Esposizione Universale del 1867 (passati poi in possesso<br />

del duca <strong>di</strong> Mouchy), “l’uno rappresentante la Regina giovane e altera, in tutto<br />

lo splendore e la bellezza della dominazione, l’altro terribile e mesta immagine<br />

della veuve Capet con la testa avvolta nelle bende, caduta ma grande nella sua<br />

sventura, sorda all’insulto e pronta per il patibolo”, una statua <strong>di</strong> Bianca Cappello<br />

e, infine, una Pitonessa poi collocata nelle sale dell’Opéra <strong>di</strong> Parigi. 413<br />

Famosa per i suoi lavori, la duchessa era conosciuta anche per le sue doti <strong>di</strong><br />

brillante causeuse: molte fonti, infatti, oltre a quella gual<strong>di</strong>ana, esaltano il suo<br />

saper conversare, ricco <strong>di</strong> cultura e spirito, con interlocutori <strong>di</strong> altissimo livello,<br />

410 Si tratta della Rivoluzione spagnola detta anche la “Gloriosa” (ma meglio conosciuta<br />

come la “Settembrina”): questa agitazione, che avvenne nel settembre 1868, comportò la detronizzazione<br />

della regina Isabella <strong>II</strong> e l’inizio del periodo denominato sestennio democratico.<br />

411 L. GUALDO, La duchessa <strong>di</strong> Castiglione Colonna, cit., p. 15. In effetti molte descrizioni<br />

ritraggono la duchessa come una donna “<strong>di</strong> statura giunonica, molto bionda e piacente”,<br />

come afferma R. DE CESARE in Roma e lo stato del Papa, Milano, Longanesi, 1970, p. 197.<br />

412 L. GUALDO, La duchessa <strong>di</strong> Castiglione Colonna, cit., p. 15.<br />

413 Ibidem. Probabilmente anche la ‘Pitonessa’ venne successivamente posta all’interno<br />

dell’Opéra, giacché Cicco e Cola (Gli eccetera della settimana, cit., p. 51) parlano <strong>di</strong> “due statue<br />

sue [che] ornano il gran teatro”.<br />

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