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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

Il rapporto <strong>di</strong> filiazione viene, infine, riproposto da <strong>Gualdo</strong> nelle considerazioni<br />

relative al rapporto tra letteratura e vita proprio tra lo scrittore della Comé<strong>di</strong>e<br />

humaine e quelle del suo erede legittimo, l’autore della storia naturale e<br />

sociale dei Rougon-Macquart, definito il più grande monumento <strong>di</strong> prosa del<br />

XIX secolo, secondo soltanto ai quaranta volumi del colosso balzacchiano. 66<br />

Ma se l’impresa zoliana si colloca, per valore e <strong>di</strong>mensione, alle spalle <strong>di</strong> quella<br />

del maestro, è altrettanto vero che <strong>Gualdo</strong> non esiterà ad esprimere la propria<br />

ammirazione per il romanziere suo contemporaneo che, a <strong>di</strong>fferenza dell’altro,<br />

gli sembra poter essere in grado (come <strong>di</strong>fatti avverrà) <strong>di</strong> portare a compimento<br />

il suo progetto artistico “senza aver menomato né la sua salute, né il suo talento,<br />

senza aver conosciuto le ansietà febbrili, gl’innominabili dolori d’artista che<br />

travagliarono Balzac – vivendo gagliardamente dell’eccesso del suo lavoro, anziché<br />

morirne”. 67<br />

Il tema della ‘consunzione dello scrittore’ è un argomento su cui <strong>Gualdo</strong> ritorna<br />

con una certa insistenza parlando <strong>di</strong> Balzac: talvolta egli lo utilizza come<br />

luogo comune; 68 in altre occasioni invece, ed in particolare nel compte rendu da<br />

lui de<strong>di</strong>cato 69 ai due volumi della sua corrispondenza e<strong>di</strong>ti da Calman Levy nel<br />

<strong>di</strong>cembre 1876 70 – un testo che il giornalista milanese definisce “un mirabile<br />

complemento della Comé<strong>di</strong>e humaine” in quanto “romanzo ch’egli non dettò,<br />

ma visse, e che ora ne viene involontariamente rivelato!” –, <strong>Gualdo</strong> riba<strong>di</strong>sce<br />

più volte a costo <strong>di</strong> quale enorme sacrificio quell’uomo straor<strong>di</strong>nario che fu<br />

Balzac, spinto da irresistibile vocazione, “per quin<strong>di</strong>ci anni lavorò quin<strong>di</strong>ci ore<br />

al giorno” realizzando così “un lento e sublime suici<strong>di</strong>o con la penna” che lo<br />

porterà a morire “giovane, a cinquant’anni, schiacciato sotto il peso dell’e<strong>di</strong>ficio<br />

che le sue mani eressero”. 71 Nel mezzo secolo che Balzac ha meravigliosamente<br />

<strong>di</strong>pinto, scrive infatti il recensore, qualcosa mancava a rendere completo<br />

quel vastissimo quadro; quel qualcosa consisteva – “fra l’agitarsi <strong>di</strong> quei per-<br />

66 L. GUALDO, L'ultimo romanzo <strong>di</strong> Zola. Le Rêve (I), cit..<br />

67 ID., L'ultimo romanzo <strong>di</strong> Zola. Le Rêve (<strong>II</strong> ed ultimo), cit.<br />

68 Si cita, a titolo esemplificativo, la lettera V<strong>II</strong>I a Coppée del <strong>di</strong>cembre 1879 in cui <strong>Gualdo</strong><br />

commenta il numero eccessivo <strong>di</strong> collaborazioni portate avanti da Paul Bourget con <strong>di</strong>versi<br />

quoti<strong>di</strong>ani parigini in questi termini: “Je suppose que Bourget ayant subi une transformation à la<br />

Balzac, est complètement absorbé par son métier de journaliste” (P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong><br />

<strong>Gualdo</strong>, cit., p. 222).<br />

69 L. GUALDO, Pubblicazioni. Correspondance de H. de Balzac, cit.<br />

70 H. DE BALZAC, Correspondance ( 1819-1850), Paris, Calman Lévy, 1876.<br />

71 L. GUALDO, Pubblicazioni. Correspondance de H. de Balzac, cit.<br />

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