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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

gon-Macquart, il primo in<strong>di</strong>zio significativo per delineare i profili quasi opposti<br />

<strong>di</strong> lettori impersonati da <strong>Gualdo</strong> e Cameroni risiede nella scelta dei testi sui<br />

quali ciascuno ha deciso <strong>di</strong> condurre le proprie analisi e, chiaramente (soprattutto<br />

nel caso del secondo, autore <strong>di</strong> un numero molto più alto <strong>di</strong> comptes rendus),<br />

nel valore dei giu<strong>di</strong>zi espressi. Risulterà così subito evidente che Cameroni non<br />

è davvero – letteralmente – uno zoliste à jet continu, poiché nella lunga lista<br />

<strong>degli</strong> articoli con cui egli era solito presentare al pubblico italiano i volumi della<br />

storia <strong>di</strong> una famiglia vissuta sotto il secondo impero manca all'appello lo stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> un solo, ma molto significativo episo<strong>di</strong>o, Le Rêve, se<strong>di</strong>cesimo romanzo del<br />

ciclo e che, dato altrettanto prezioso, tra tutte le recensioni de<strong>di</strong>cate ai Rougon-<br />

Macquart, quella in cui le critiche mosse a Zola sono ben più efficaci – qualitativamente<br />

e quantitativamente – rispetto alle lo<strong>di</strong> pro<strong>di</strong>gate è l'analisi <strong>di</strong> Une<br />

page d’amour.<br />

Soltanto due, quin<strong>di</strong>, dei venti testi che compongono il ciclo letterario in<br />

esame non rientrano nello schema delle analisi cameroniane: nel primo caso<br />

perché la recensione è del tutto assente, nel secondo perché nell’articolo non<br />

viene espresso – come al solito – un giu<strong>di</strong>zio pienamente entusiastico o, comunque,<br />

prevalentemente positivo, e vengono invece mosse numerose obiezioni<br />

sia alla materia che alla forma del romanzo. Due eccezioni, dunque, due sole<br />

anomalie nell’intero corpus <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sui Rougon-Macquart realizzati da un uomo<br />

così preciso, puntuale e preve<strong>di</strong>bile da esser ritenuto dai suoi contemporanei<br />

“simile ad un orologio” 369 che ripartiva le sue giornate “col metodo zoliano”. 370<br />

Senza dubbio è noto che Cameroni nutriva molte riserve sul teatro zoliano e che<br />

in più occasioni riba<strong>di</strong>rà a M.me Zola l'espressione del proprio <strong>di</strong>sappunto per<br />

l'inverosimiglianza, le involate liriche e l'intonazione sentimentale presenti in<br />

lavori come Lourdes o Paris, 371 però, per quel che riguarda strettamente il ciclo<br />

369 P. VALERA, Il più tenace zolista italiano, cit., p. 19.<br />

370 Ibidem. Nel necrologio Valera ritrae il critico scomparso come “una faccia <strong>di</strong>suguale,<br />

con delle gran<strong>di</strong> occhiaie, con una fronte slivellata e spaziosa, con una testa malsagomata che<br />

conteneva la storia naturale e sociale <strong>di</strong> una famiglia sotto il secondo impero con tutti i duecento<br />

suoi personaggi che popolano i venti volumi dei Rougon-Macquart” (corsivi miei).<br />

371 Cfr. la lettera <strong>di</strong> Cameroni a M.me Zola a proposito <strong>di</strong> Paris: “Ho quasi terminato il<br />

mio feuilletton intorno il Paris... Appena verrà alla luce, ve lo manderò, premettendo fin d'ora<br />

che nella mia qualità d'intransigente verista e <strong>di</strong> «zoliste à jet continu» altrettanto ammiro nel<br />

Paris tutto ciò che riproduce con naturalezza la vita reale contemporanea nei <strong>di</strong>versi suoi aspetti,<br />

quanto non mi convincono la intonazione lirico-simbolica del romanzo e l'inverosimiglianza<br />

<strong>di</strong> parecchi punti della fabulation” (R. TERNOIS, Zola, Pica et Cameroni, cit., p. 479).<br />

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