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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

sul finire <strong>di</strong> quello stesso 1887 – in un lungo articolo su cui torneremo a breve –<br />

darà notizia sulle pagine de «L’Illustrazione Italiana». Dopo aver realizzato un<br />

affascinante ritratto, fisico e morale, dell’autore francese e dopo aver esaminato<br />

tutta la sua produzione da La Vie inquiète sino a Mensonges, <strong>Gualdo</strong> annuncia,<br />

infatti, ai lettori italiani che “Bourget potrebbe presto realizzare, primo tra gli<br />

scrittori, il romanzo cosmopolita che sogna da tempo”. 419 In realtà quest’opera<br />

ebbe una lunga gestazione: finirà, innanzitutto, per essere ambientata a Roma e<br />

non più Venezia e sarà poi pubblicata dall'e<strong>di</strong>tore Lemerre, del tutto stravolta in<br />

forma e contenuto (oltreché de<strong>di</strong>cata a Primoli), 420 soltanto nove anni dopo.<br />

L’alta considerazione <strong>di</strong> cui <strong>Gualdo</strong> godeva presso Bourget già a partire dal<br />

periodo del soggiorno veneziano emerge con grande evidenza nella scelta del<br />

francese <strong>di</strong> ispirarsi alla personalità <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> “signorile, <strong>di</strong>sinvolta, ricca <strong>di</strong> aristocratico<br />

riserbo e nello stesso tempo <strong>di</strong> squisita amabilità” per un abbozzo <strong>di</strong><br />

romanzo, Un Idylle triste, il cui protagonista, il nobile ed elegante Michel Steno<br />

“è senza dubbio <strong>Gualdo</strong> stesso” e la cui trama richiama in tutta evidenza “temi<br />

ricorrenti […] nella produzione letteraria dell’italiano, e forse anche in parte autobiografici”.<br />

421 Pierre de Montera cita, dal Journal intime <strong>di</strong> Bourget, alcune<br />

note preparatorie alla composizione dell’opera che non lasciano a<strong>di</strong>to ad alcun<br />

dubbio sull’identificazione <strong>Gualdo</strong>/Steno dal momento che, in una <strong>di</strong> esse, il<br />

milanese viene esplicitamente citato per nome: “Un vénitien cosmopolite<br />

(<strong>Gualdo</strong>, avec tout son caractère) comme héros”. 422 In verità, al principio,<br />

Bourget aveva pensato ad un protagonista francese, e perciò, dapprima, si era<br />

ispirato a se stesso; successivamente, però, riflettendo sul fatto che già l’eroina<br />

del romanzo sarebbe stata una ragazza d’oltralpe, decise <strong>di</strong> optare per un eroe<br />

italiano (nel manoscritto – riferisce sempre Montera – compare, improvvisa, la<br />

parola “Changement”) e, decisosi per <strong>Gualdo</strong>, si convince sempre più della<br />

scelta presa, dacché egli ha con l’amico così tanti punti in comune da permettere<br />

<strong>di</strong> sostituire in tutta tranquillità l’uno all’altro. “Au demeurant, qui pouvait,<br />

aux yeux de Bourget, mieux représenter un héros cosmopolite que cet homme<br />

419 L. GUALDO, Paolo Bourget, cit., p. 410.<br />

420 Cfr. S. DISEGNI, Cosmopolis, Paul Bourget et Primoli, in AA. VV., Avez-vous lu<br />

Paul Bourget?, textes réunis par M. A. Fougère et D. Sangsue, Dijon, EUD, 2007, pp. 75-90.<br />

421 V. DONATO RAMACIOTTI, In margine <strong>di</strong> un’amicizia, cit., p. 123.<br />

422 Ivi, p. 55.<br />

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