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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Poesia – Musica – Pittura: <strong>Gualdo</strong> e le Tre Arti sorelle<br />

denti con i quali decisero <strong>di</strong> formare la goliar<strong>di</strong>ca società letteraria «Dante Alighieri»,<br />

331 e la decisione <strong>di</strong> arruolarsi volontari nel 1866, seguiti anche dal<br />

compositore Franco Faccio, tra le armate garibal<strong>di</strong>ne per la Terza Guerra d’In<strong>di</strong>pendenza.<br />

Oltre alla cronaca <strong>degli</strong> avvenimenti che avevano accompagnato<br />

l’uscita <strong>di</strong> questa raccolta praghiana, l’articolo <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> offre numerosi spunti<br />

<strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> analisi a proposito <strong>degli</strong> stessi componimenti, in<strong>di</strong>ce del<br />

grande acume critico del recensore, che non si limita ad elogiare, ma che anzi<br />

coglie pure i <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> un’opera dalla portata decisamente innovativa, che egli<br />

stesso reputa “il primo tentativo <strong>di</strong> poesia moderna” in Italia, poiché:<br />

L’autore descriveva ciò che vedeva, cantava ciò che sentiva; sincero e raffinato ad<br />

un tempo cercava delle forme nuove, delle sonorità speciali; si provava ad esprimere i<br />

sensi più recon<strong>di</strong>ti, a <strong>di</strong>re ciò che non era stato ancor detto. Gli mancava spesso<br />

l’abilità necessaria, era talvolta scorretto – ma ne soffriva. Sdegnava gli antichi viali<br />

como<strong>di</strong> ed uniformi, preferiva inciampare nei sentieri pieni <strong>di</strong> sterpi e sassi, peranco<br />

non ben segnati. In una parola aveva molto letto i poeti francesi recenti e n’era stato<br />

turbato; aveva sentito che appunto per riuscire originale bisognava stu<strong>di</strong>arli. 332<br />

La modernità proveniva d’oltralpe e nessuno poteva saperlo più <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>,<br />

che in Francia trascorreva alcuni mesi ogni anno, immerso in quella temperie <strong>di</strong><br />

rinnovamento in cui orbitavano le sue amicizie, da Coppée a Mallarmé, da Gautier<br />

a Leconte de Lisle. L’avvicinamento <strong>di</strong> Praga alla poesia francese risaliva al<br />

biennio ’57-’58, periodo in cui questi aveva svolto un lungo viaggio nel Nord<br />

Europa, quando, narra Piero Nar<strong>di</strong>, “con la valigia dei colori sulle spalle, […]<br />

era stato in Svizzera, in Francia, nei Paesi Bassi”, 333 in un “vagabondaggio<br />

d’arte e stu<strong>di</strong>o”, come lo definisce Paccagnini, verso il quale era stato spinto<br />

“da un duplice interesse, <strong>di</strong> pittore e scrittore”. 334 E nella Parigi <strong>di</strong> metà Ottocento<br />

Praga aveva assorbito le novità delle correnti poetiche più all’avanguar<strong>di</strong>a,<br />

facendosi forse influenzare eccessivamente, come si legge nelle pagine<br />

gual<strong>di</strong>ane, dove viene sottolineato che nei versi dell’italiano risultava spesso evidente<br />

quanto egli avesse letto troppo Les Fleurs du Mal, benché non somigliasse<br />

punto per carattere e ispirazione a Baudelaire, <strong>di</strong> cui non possedeva “né<br />

331<br />

G. CONTINI, Introduzione a Racconti della Scapigliatura piemontese, con prefazione<br />

<strong>di</strong> D. Isella, Torino, Einau<strong>di</strong>, 1992, p. 7.<br />

332<br />

L. GUALDO, Emilio Praga, cit.<br />

333<br />

P. NARDI, Vita <strong>di</strong> Arrigo Boito, cit., p. 119.<br />

334<br />

E. PACCAGNINI, Dal Romanticismo al Decadentismo. La Scapigliatura, cit., p. 294.<br />

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