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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

[…] loin de prétendre de susciter par des mots la présence d’un monde fictif,<br />

s’appliquait à rendre contagieux, par des savantes cadences et ses visions choisies, les<br />

ébranlements qu’avaient suscités en lui un spectacle ou un événement. 607<br />

Questa osservazione <strong>di</strong> Raimond sembra descrivere alla perfezione il modo<br />

in cui il narratore lorenese si approccia e delinea i paesaggi esteriori, in primis<br />

quella Venezia che, come si è anticipato, è argomento privilegiato e costantemente<br />

citato nelle lettere <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> a lui in<strong>di</strong>rizzate. Non esistono, tuttavia, notizie<br />

relative ad un soggiorno veneziano compiuto insieme dai due romanzieri.<br />

Nonostante i frequenti incontri ed il legame d’amicizia col passar del tempo<br />

sempre più intenso tra i due, il nome <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> non compare che una volta soltanto<br />

all’interno dei quaderni <strong>di</strong> memorie <strong>di</strong> Barrès (e ad oltre tre anni dalla<br />

scomparsa dell’italiano). Per giunta, non si tratta <strong>di</strong> un riferimento ad incontri,<br />

viaggi o anche semplici conversazioni, ma solo <strong>di</strong> un breve accenno alla forza<br />

<strong>di</strong>mostrata dallo scrittore milanese negli anni in cui una ricaduta della sua malattia<br />

lo aveva costretto all’immobilità:<br />

Jeu<strong>di</strong>, 29 août 1901. – […] J’ai connu plusieurs can<strong>di</strong>dats à la paralysie, plusieurs<br />

paralytiques: la mala<strong>di</strong>e ne les déprimait point. J’ai vu Daudet, <strong>Gualdo</strong>, magnifiques de<br />

courage, d’amour de la vie. Ils voulaient toujours plus goûter la vie. C’étaient des excités.<br />

608<br />

Eppure, soprattutto nei mesi imme<strong>di</strong>atamente precedenti all’attacco del<br />

gennaio 1894 che condurrà <strong>Gualdo</strong> ad un riposo forzato che non farà altro che<br />

acuire il suo malessere e la sua sensazione <strong>di</strong> vuoto psicologico (egli parla <strong>di</strong><br />

un’esistenza vissuta come “froide route monotone” <strong>di</strong>sturbata dai mille “ennuis”<br />

d’ogni giorno), 609 i due romanzieri avevano certamente avuto numerosi<br />

incontri al <strong>di</strong> qua delle Alpi. Sembrerebbe ad<strong>di</strong>rittura che, nel corso dell’autunno<br />

1893, <strong>Gualdo</strong> abbia fatto da accompagnatore e guida al francese durante il<br />

suo viaggio nell’Italia centro-settentrionale, i cui resoconti venivano pubblicati<br />

con scadenza settimanale sulla rivista parigina «Le Journal», un quoti<strong>di</strong>ano de<strong>di</strong>cato<br />

a problematiche letterarie, artistiche e politiche: a partire dal 22 settembre<br />

<strong>di</strong> quell’anno ogni sette giorni la testata si apriva con un articolo <strong>di</strong> Barrès<br />

607<br />

Ivi, p. 74.<br />

608<br />

M. BARRÈS, Mes Cahiers (1896-1923), textes choisis par G. Dupré, préface de P. Barrès,<br />

Paris, Plon, 1963, p. 153.<br />

609<br />

C. A. MADRIGNANI, “Decadenza”, il romanzo del tempo e della “noia”, cit., p. 6.<br />

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