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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

Era il 16 luglio 1896: nei giorni successivi nessuna commemorazione de<strong>di</strong>cata<br />

al celebre romanziere francese a firma <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> comparirà sui quoti<strong>di</strong>ani<br />

italiani, <strong>di</strong>versamente da quanto era avvenuto all’indomani della scomparsa<br />

<strong>di</strong> altri gran<strong>di</strong> del mondo delle lettere d’oltralpe, da Flaubert a Barbey d’Aurevilly,<br />

da Gautier a Balzac. Può darsi che il precario stato <strong>di</strong> salute dell’italiano<br />

abbia costituito la causa cui attribuire un simile silenzio sulle pagine delle riviste<br />

nostrane (anche se, per quanto malato, la sua ultima collaborazione giornalistica<br />

è posteriore alla data <strong>di</strong> morte <strong>di</strong> Goncourt e risale al 3 gennaio 1897), ma<br />

forse non è da escludersi che l’assenza <strong>di</strong> ogni suo commento potrebbe essere<br />

stato sintomo <strong>di</strong> uno scontento risalente all’epoca della ingiusta “accusa” <strong>di</strong> rastaquouère,<br />

un’etichetta che, a <strong>di</strong>spetto della grande stima che egli aveva nutrito<br />

per il grande artista, il povero e buon <strong>Gualdo</strong> non doveva aver ancora perdonato<br />

al mal<strong>di</strong>cente Edmond e a quel suo Journal troppo spesso denigratore. 202<br />

6.4a Il contributo gual<strong>di</strong>ano alla <strong>di</strong>ffusione della narrativa <strong>di</strong> Zola in Italia: la<br />

ricezione delle opere les moins réalistes<br />

Tra i manoscritti della biblioteca Ambrosiana <strong>di</strong> Milano appartenuti al collezionista<br />

<strong>di</strong> autografi Alessandro Casati è custo<strong>di</strong>ta una curiosa lettera ine<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> Émile Zola in<strong>di</strong>rizzata a <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>: 203 miracolosamente sottratta al destino<br />

toccato a gran parte delle carte gual<strong>di</strong>ane, quasi tutte attualmente ancora <strong>di</strong>sperse,<br />

questo documento epistolare rappresenta una pietra miliare nella ricostruzione<br />

dei rapporti esistiti tra i due scrittori, finora poco documentati. 204 Essa<br />

è innanzitutto una preziosa testimonianza che consente <strong>di</strong> segnalare la precocità<br />

e la tipologia del legame tra i due scrittori poiché reca in intestazione la data<br />

202<br />

Cfr. C. DUCHET, Le Journal des Goncourt ou la terreur dans le lettres, in AA. VV.,<br />

Les frères Goncourt: art et écriture, cit., pp. 115-135.<br />

203<br />

Biblioteca Ambrosiana <strong>di</strong> Milano, Fondo Casati, carteggio K 72 suss., c.3b.48(1). Lettera<br />

autografa <strong>di</strong> Émile Zola a mittente n.i., ma indubbiamente in<strong>di</strong>rizzata a <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, come<br />

<strong>di</strong>mostrano numerosi elementi interni, in primis il riferimento ad una recensione gual<strong>di</strong>ana oltre<br />

che l’allusione ad un romanzo scritto dallo scrittore milanese.<br />

204<br />

Prima del ritrovamento della lettera in questione Pierre de Montera aveva ipotizzato<br />

che i primi contatti tra Zola e <strong>Gualdo</strong> fossero avvenuti poco prima della pubblicazione della recensione<br />

gual<strong>di</strong>ana a Une page d'amour (26 maggio 1878) attribuendo la funzione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atore<br />

tra i due all'ingegnere poeta Paul Haag, intimo <strong>di</strong> entrambi gli scrittori.<br />

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