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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

altrimenti detto, i meno realisti in quanto fedeli al metodo naturalista in misura<br />

minore. A conferma <strong>di</strong> ciò si <strong>di</strong>rà che <strong>Gualdo</strong>, rivolgendosi al conte Robert de<br />

Montesquiou, sembra sforzarsi nel citare, a stento, in un poscritto, 214 il romanzo<br />

zoliano ultrarealista La Terre – che aveva suscitato gran scalpore generando notevoli<br />

reazioni tra cui la grande <strong>di</strong>sapprovazione espressa ne Le Manifeste des<br />

Cinq 215 –, mentre riserva un giu<strong>di</strong>zio ben poco lusinghiero al testo altrettanto<br />

ultranaturalista Pot-Boiulle, dal momento che in questo testo, a suo <strong>di</strong>re, “Zola<br />

[…] me paraît tourner un peu au Paul de Kock”. 216 Secondo Valeria Donato,<br />

curatrice dell'epistolario <strong>Gualdo</strong>-Montesquiou, si potrebbe scorgere, nell'insieme<br />

dei pareri espressi dal critico italiano nel suddetto carteggio a proposito della<br />

narrativa <strong>di</strong> Zola, una certa<br />

[…] tendenza ad apprezzare maggiormente quelle opere che in un certo senso si<br />

staccano dai mo<strong>di</strong> più usuali del complesso ciclo zoliano e fanno parte a sé, sia per gli<br />

spunti <strong>di</strong> poetico lirismo e <strong>di</strong> fine penetrazione psicologica che in esse rivela l'autore,<br />

sia per il tentativo <strong>di</strong> uno stile più raffinato, tentativo che sembrava denotare un nuovo<br />

orientamento della sensibilità zoliana. 217<br />

L'esame gual<strong>di</strong>ano è sottile, efficace: <strong>di</strong>fatti, partendo dalla trama dell'opera,<br />

il pubblicista affronta e si sofferma su questioni decisive quali, per l'appunto,<br />

il tema dell'analisi psicologica o lo stu<strong>di</strong>o dei sentimenti e delle passioni umane,<br />

il ruolo dei personaggi secondari o anche la valenza delle <strong>di</strong>gressioni paesaggistico-descrittive.<br />

Quest'ultimo elemento, in particolar modo, risulta <strong>di</strong> cruciale<br />

importanza in rapporto al <strong>di</strong>battito sorto proprio in quegli anni intorno alla crisi<br />

della prosa naturalista: contestualizzato in quest'ottica, l'intervento <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong><br />

assolve per il pubblico cisalpino non solo il compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere la produzione<br />

zoliana in Italua, ma anche quello <strong>di</strong> avvicinare i lettori nostrani a problematiche<br />

critico-letterarie <strong>di</strong> respiro europeo. Fin dal 1875, in effetti, Brunetière aveva<br />

mosso alcuni passi in opposizione alla poetica della scuola <strong>di</strong> Médan cercando<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare come Balzac, a <strong>di</strong>fferenza dei suoi successori idealmente capeggiati<br />

da Zola, si fosse ispirato in maniera artistica alla realtà, allo scopo <strong>di</strong><br />

214<br />

Lettera XXX <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> a Montesquiou, s.d., in cui si legge semplicemente: “Et La Terre?...”.<br />

Cfr. V. DONATO RAMACIOTTI, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> e Robert de Montesquiou, cit., p. 353.<br />

215<br />

P. BONNETARN – J. H. ROSNY – L. DECAVES – P. MARGUERITTE – G.<br />

GUICHES, La Terre. À Émile Zola, in «Le Figaro», 18 agosto 1887, p. 1.<br />

216<br />

Ivi, p. 315. Lettera <strong>II</strong>I del medesimo allo stesso, datata “San Remo, [febbraio 1882]”.<br />

217 Ivi, p. 303.<br />

353

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