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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Nella Roma bizantina: contatti letterari e collaborazioni e<strong>di</strong>toriali nella capitale<br />

Anna Ra<strong>di</strong>us Zuccari (in arte Neera) si era formata ed aveva mosso i primi passi<br />

nel mondo delle lettere, quella Milano che “cinquant’anni prima racchiudeva<br />

una pleiade <strong>di</strong> poeti, <strong>di</strong> scrittori, <strong>di</strong> artisti, […] una gioventù baldanzosa piena <strong>di</strong><br />

una larga speranza” 62 tra i cui membri vengono annoverati Eugenio Torelli<br />

Viollier, Arrigo e Camillo Boito, Giovanni Verga, Giuseppe Giacosa e, natralmente,<br />

anche <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, “aristocratica, elegante figura <strong>di</strong> gentiluomo lombardo<br />

e <strong>di</strong> scrittore, […] signore <strong>di</strong> antico lignaggio e romanziere efficace, […]<br />

travolto da un fato crudele”. 63 Amico fidato, conosciuto proprio nel corso del<br />

primo soggiorno meneghino della giornalista, <strong>Gualdo</strong> era stato fin dal principio<br />

tra le stelle brillanti <strong>di</strong> quella pleiade – <strong>di</strong> quel firmamento in cui ella, giovanissima,<br />

stava tentando <strong>di</strong> penetrare – che aveva creduto nel suo talento e l’aveva<br />

“sorretta, incoraggiata e sollevata”, un contatto che (insieme a tanti altri) aveva<br />

esaltato le sue forze <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nate, ricomponendole ed in<strong>di</strong>rizzandole, dopo un<br />

travaglio profondo, verso una “sicura meta”. 64<br />

La gratitu<strong>di</strong>ne sincera <strong>di</strong> Matilde Serao, quale emerge dalle vibranti righe<br />

del suo ragionamento, nel ricordare gli affetti ormai scomparsi della sua adolescenza<br />

e gli effetti del loro supporto sulla sua carriera negli anni d’esor<strong>di</strong>o, lascia<br />

intuire il trapelare <strong>di</strong> un sentimento toccante e speciale destinato al “buonissimo”,<br />

65 a quella “bell’anima” 66 – come lei stessa avrà a definirla – <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong><br />

<strong>Gualdo</strong>, il giovane conosciuto all’ombra del Duomo sul finire <strong>degli</strong> anni ’70 e<br />

già membro figurante, nella primavera del 1882, nel suo primo album amicorum<br />

romano. Il quaderno (all’epoca in possesso <strong>di</strong> Dante Petaccia, parimenti alle<br />

carte gual<strong>di</strong>ane ed al componimento dannunziano <strong>di</strong> cui si è detto in precedenza),<br />

così come descritto da Benedetto Croce 67 risultava inaugurato da uno<br />

scritto <strong>di</strong> Carducci e concluso dalle affettuose parole <strong>di</strong> Eleonora Duse: tra la<br />

prima e l’ultima pagina molti fogli bianchi, qua e là interrotti dalle firme <strong>di</strong> al-<br />

62 Ivi, p. 27.<br />

63 Ivi, p. 30.<br />

64 Ivi, p. 29.<br />

65 Lettera <strong>di</strong> Matilde Serao a Giacosa del 24 marzo 1887, inviata da Roma la sera della<br />

prima dei Tristi amori, in E. CACCIA, Note e Rassegne. Lettere <strong>di</strong> Matilde Serao a Giuseppe<br />

Giacosa, cit., p. 224: “Sono felice del trionfo vostro, e <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Eleonora… Dunque sono<br />

felice felice per voi, e credo che Boito e <strong>Gualdo</strong>, i buonissimi, saranno stati assai contenti”.<br />

66 Lettera della medesima allo stesso del 19 aprile 1893. Ivi, p.230.<br />

67 B. CROCE, L’albo <strong>di</strong> Matilde Serao, in Nuove pagine sparse. Vita, pensiero e letteratu-<br />

ra, Prima Serie, Ricciar<strong>di</strong>, <strong>Napoli</strong>, 1948, p. 319.<br />

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