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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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I Poeti d’Oltralpe: adesione ed esportazione dei nuovi modelli<br />

parte risolto considerando quella che doveva essere l’abitu<strong>di</strong>ne gual<strong>di</strong>ana (benché<br />

in questo modo non si scoprirà nulla né sul quando né su quale fu il testo<br />

originale, ma si avrà un’idea orientativa sul come avvenne la trascrizione) <strong>di</strong> entrare<br />

in contatto con i lavori <strong>di</strong> Mallarmé secondo <strong>di</strong>verse modalità: l’invio da<br />

parte dell’autore, la trasmissione da parte <strong>di</strong> terzi o, infine, la visione <strong>di</strong>retta.<br />

Il primo caso è comprovabile attraverso un documento epistolare piuttosto<br />

tardo (gennaio 1893) nel quale <strong>Gualdo</strong> ringrazia lo scrittore <strong>di</strong> Vers et Prose 305<br />

per aver conservato sempre un “fidèle souvenir” della loro amicizia e per avergli<br />

mandato il suo ultimo, prezioso, volume – con l’annessa de<strong>di</strong>ca bella e toccante<br />

306 – nel quale egli afferma <strong>di</strong> aver “relu avec joie & admiration les anciens<br />

poèmes, enfin riunis – et les nouveaux vers et proses à moi inconnues”,<br />

ragion per cui il risultato a lettura ultimata è che quei componimenti lo hanno<br />

fatto sentire, “comme tout ce qui sort de votre plume évocatrice”, letteralmente<br />

catapultato “dans un tourbillon de rêve & de mystère”. 307<br />

Il secondo caso, altrettanto attestabile grazie ad una lettera, coinvolge una<br />

carissima amica <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>, Coppée e Mallarmé: l’attrice Méry Laurent (da essi<br />

familiarmente ricordata come G.O.), la quale era solita tenere aggiornati i<br />

membri del trio sui destini <strong>di</strong> ciascuno dei componenti, come in effetti accadde<br />

nel settembre del 1891. In tale occasione le Gros Oiseau avrebbe allegato alla<br />

propria lettera in<strong>di</strong>rizzata a <strong>Gualdo</strong> quelli che <strong>di</strong>venteranno i futuri versi <strong>di</strong> Autour<br />

d’un mirliton, testo in cui Mallarmé ha immortalato i partecipanti del suo<br />

salon (<strong>Gualdo</strong>, evidentemente, si trovava in Italia a quell’epoca): “Le G. O. écrit<br />

toujours & plus que jamais, & je suis très coupable envers lui. Il m’a envoyé<br />

les vers de mirliton de Mallarmé, qui m’ont ravi au dernier point”. 308<br />

Il terzo tipo <strong>di</strong> ricezione, infine, quello per noi più oscuro e al tempo stesso<br />

maggiormente affascinante in quanto relativo ad una presa <strong>di</strong> visione <strong>di</strong>retta dei<br />

manoscritti mallarmeani da parte del milanese è anch’esso testimoniato da un<br />

messaggio affidato alla corrispondenza gual<strong>di</strong>ana. In questo caso si tratta <strong>di</strong> una<br />

305<br />

S. MALLARMÉ, Vers et Prose: morceaux choisis, Paris, Perrin, 1893. È noto che questa<br />

raccolta assumerà un’enorme importanza per i lettori ed i <strong>di</strong>scepoli dell’autore francese.<br />

306<br />

Purtroppo questo libro, come molti altri appartenuti alla biblioteca <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, è<br />

andato smarrito e non è stato ritrovato tra i suoi volumi superstiti, attualmente conservati<br />

all’Ambrosiana <strong>di</strong> Milano (Fondo <strong>Gualdo</strong>).<br />

307<br />

Lettera V a Stéphane Mallarmé inviata da Milano il 19 gennaio 1893 e pubblicata da C.<br />

P. BARBIER, Lettres de <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 106.<br />

308<br />

Lettera XXV<strong>II</strong>I a François Coppée del febbraio 1891, proveniente da Milano (P. DE<br />

MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 278).<br />

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