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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

tivi si era reso conto anche suo fratello Piero, che gli aveva riferito le proprie<br />

impressioni una volta fatto ritorno a casa:<br />

Pensi che a Torino non ho (quanto lungi!) un’amica come lei, e che in casa sua<br />

trovo i due amici cui voglio più bene, che sono Boito e <strong>Gualdo</strong>. Se sapesse quanto<br />

buon sangue mi rifaccio in loro compagnia, e quanto mancano tutti e tre alla mia vita<br />

intellettuale! Mio fratello <strong>di</strong>ce che quando torno da Milano, ho sempre un periodo <strong>di</strong><br />

insolita attività intellettuale. Lo devo a loro. 29<br />

Alcuni in<strong>di</strong>zi relativi alle attività che i tre amici svolgevano quando erano<br />

ospiti <strong>di</strong> donna Vittoria sono contenuti nei documenti epistolari <strong>di</strong> Boito; più<br />

che come una vacanza, i loro soggiorni nella sede estiva del salotto, a Cernobbio,<br />

si configurano come momenti in cui è possibile intensificare il lavoro intellettuale,<br />

anche attraverso le lunghe ore che essi potevano trascorrere insieme<br />

confrontandosi: invitando, ad esempio, Giacosa a raggiungerlo dalla Cima, a<br />

Villa d’Este, Arrigo incalza il torinese riferendogli che quel giorno stesso (la<br />

lettera è dell’autunno 1884) sarebbe arrivato <strong>Gualdo</strong>, con il quale avrebbero potuto<br />

ciarlare e lavorare dalle sei del mattino sino a mezzodì. 30 La stessa padrona<br />

<strong>di</strong> casa, ottima musicista, ben si confaceva all’atmosfera <strong>di</strong> grazia ispiratrice<br />

regnante in quel luogo <strong>di</strong> pace e serenità intellettuale (l’Olimpo, <strong>di</strong>rà Giacosa). 31<br />

Il carteggio intercorso tra l’ospite piemontese e la Cima – donna rimasta<br />

senza nozze forse per scelta (come lei stessa era solita affermare) ma forse anche<br />

perché afflitta da un’imperfezione fisica che le impe<strong>di</strong>va <strong>di</strong> deambulare correttamente<br />

– documenta un rapporto <strong>di</strong> strettissima intimità, <strong>di</strong> grande complicità<br />

umana ed artistica: non sembrerebbe impossibile pensare che il componimento<br />

delle Nostalgie che <strong>Gualdo</strong> aveva de<strong>di</strong>cato nel 1883 a Giacosa potesse alludere<br />

a questo intenso, ma innocente rapporto. La lirica, infatti, la seconda della<br />

raccolta, preceduta da un’epigrafe <strong>di</strong> versi <strong>di</strong> John Payne (Weary to death with<br />

the long hopeless keeping / The watch for day that never morroweth) 32 e intitolata<br />

Separazione, è ambientata in un luogo i<strong>di</strong>lliaco, quasi un locus amoenus, un<br />

feudo antico circondato da valli, colli e marine (che potrebbe riecheggiare i<br />

monti delle Alpi e il lago <strong>di</strong> Como <strong>di</strong> Villa d’Este a Cernobbio), ed ha per protagonista<br />

una donna straor<strong>di</strong>nariamente simile a donna Vittoria, una “dama alte-<br />

29 Ivi, p. 549.<br />

30 Ivi, p. 544.<br />

31 Ivi, p. 545.<br />

32 Questi versi sono tratti dalla raccolta New Poems <strong>di</strong> John Payne, del 1880 (p. 285).<br />

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