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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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I Poeti d’Oltralpe: adesione ed esportazione dei nuovi modelli<br />

Maggior spazio è poi destinato al secondo tomo, contenente le poesie <strong>degli</strong><br />

scrittori nati tra il 1818 ed il 1841 ed aperto dalla presentazione dell’opera <strong>di</strong><br />

colui che l’italiano considera uno dei suoi Maestri, quel Leconte de Lisle 22 –<br />

“sommo caposcuola dei versificatori moderni, messo al primo posto dagli artisti<br />

e non abbastanza apprezzato dai profani” –, che precede altrettante autorità quali<br />

Baudelaire e Banville 23 (autore con cui <strong>Gualdo</strong> aveva un rapporto affettivo,<br />

oltre che professionale), 24 Barbier, Bouilhet, Murger, Lemoyne e Vacquerie.<br />

Anche in questo caso il giornalista concentra la propria analisi sulle personalità<br />

meno note in Italia. Ecco, allora, la sua espressione <strong>di</strong> ammirazione per i versi<br />

profon<strong>di</strong> e delicatissimi <strong>di</strong> Léon Dierx “che possono stare a paro coi migliori<br />

(fra i quali Soir d’Octobre rimarrà come una delle liriche più affascinanti del<br />

nostro tempo)”, cui si affianca la lode per le strofe altissime e raffinate <strong>di</strong> Armand<br />

Silvestre, “troppo conosciuto”, a detta del recensore, “per le sue novelle e<br />

non abbastanza per i suoi poemi che gli assegnano un posto eminente nella<br />

moderna letteratura”; seguono le parole de<strong>di</strong>cate a Villiers de l’Isle-Adam, 25<br />

22 Sfortunatamente, nei documenti gual<strong>di</strong>ani, il nome <strong>di</strong> questo grande poeta ha soltanto<br />

un’occorrenza e, per giunta, all’interno <strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso scherzoso rivolto a François Coppée:<br />

“Mais ne serait-ce pas vous qui êtes mort, par hasard? Car enfin, quoique je ne le mérite guère,<br />

vous auriez bien pu m’envoyer un Leconte de Lisle pour m’exciter à la correspondance”. Lettera<br />

V, da “Varese, 18 ottobre 1875” in P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 207.<br />

23 Tra gli ex libris <strong>di</strong> questo autore (<strong>di</strong> cui <strong>Gualdo</strong> in Francia veniva considerato <strong>di</strong>scepolo)<br />

è tuttora conservata una copia, elegantemente rilegata e con de<strong>di</strong>ca autografa “A M. Théodore<br />

de Banville, son admirateur L.G.”, della traduzione in italiano del dramma in un atto Deux douleurs<br />

<strong>di</strong> Coppée (BNF, site Arsenal, Rf. 39817). Viceversa, negli archivi Giacosa, è ancora custo<strong>di</strong>to<br />

un volume <strong>di</strong> Banville, Socrate et sa femme, nella ristampa del 1886, de<strong>di</strong>cato a <strong>Luigi</strong><br />

<strong>Gualdo</strong>. Questi <strong>di</strong>mostrò costante interesse per l’opera del Mastro, com’evidente nella corrispondenza<br />

con Montesquiou, cui <strong>Gualdo</strong> scrive <strong>di</strong> aver letteralmente <strong>di</strong>vorato “les Souvenirs du<br />

<strong>di</strong>vine Banville” (lettera V), e <strong>di</strong> essere andato in estasi dopo aver terminato i Contes Héroïques<br />

(lettera X<strong>II</strong>I). Un ulteriore menzione si trova, infine, in un messaggio ine<strong>di</strong>to in<strong>di</strong>rizzato a donna<br />

Vittoria Cima cui <strong>Gualdo</strong> scrive, il 25 maggio 1888, da Parigi: “Ho assistito a una doppia<br />

première interessantissima, quasi appena giunto, e son stato contento d’essere arrivato in tempo<br />

per ciò. Si dava un dramma <strong>di</strong> Richepin Le Filibustier ed una deliziosa cosetta, Le Baiser <strong>di</strong><br />

Théodore de Banville. Il successo è stato grande”. Fondo Vittoria Cima”, c.3 b.40(9).<br />

24 Un aneddoto è riportato nella lettera XV<strong>II</strong>I a Coppée del gennaio 1887 in cui <strong>Gualdo</strong><br />

narra <strong>di</strong> aver inviato per l’inizio del nuovo anno uno “zampetto <strong>di</strong> Modena” (essendo al seguito<br />

<strong>di</strong> Boito durante la tournée dell’Otello). Da quanto si evince dal documento, pare che lo stesso<br />

dono augurale fosse stato fatto anche a Banville: “J’en ai addressée un pareil à Th. De B., mais<br />

je ne sais rien ni de l’un, ni de l’autre” (P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 249-250).<br />

25 “Le seul homme célèbre”, aveva detto <strong>Gualdo</strong> nel maggio 1883 – dopo il successo de<br />

Les Contes cruels – in un messaggio epistolare destinato a Coppée (Lettera IX, ivi, p. 224).<br />

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