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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Nella Roma bizantina: contatti letterari e collaborazioni e<strong>di</strong>toriali nella capitale<br />

Scarfoglio; eppure vien da domandarsi se, trattandosi <strong>di</strong> un libro osannato da<br />

tutta la critica, non avrebbe finito per essere fonte, <strong>di</strong> nuovo, <strong>di</strong> una reazione<br />

completamente opposta da parte del pubblicista napoletano. Senza dubbio doveva<br />

avere un parere contrario a quello del marito Matilde Serao, come si evince<br />

dalle brevi righe che introducono i testi dell’amico lombardo sulle prime pagine<br />

delle riviste partenopee e soprattutto dalle sue continue richieste <strong>di</strong> collaborazione<br />

a lui proposte e ben volentieri accettate, ma <strong>di</strong> cui restano, tuttavia,<br />

solo poche tracce. La testimonianza più significativa è affidata ad una lettera<br />

della Serao in<strong>di</strong>rizzata ad Enrico Nencioni e risalente all’epoca in cui la scrittrice,<br />

sul punto <strong>di</strong> fondare un nuovo foglio letterario – «Il Corriere della Domenica»<br />

–, si <strong>di</strong>stricava tra viaggi d’affari e fitte corrispondenze allo scopo <strong>di</strong> assicurarsi<br />

le firme dei più noti critici e scrittori dell’epoca. Premesso che il suo caro<br />

Edoardo era al corrente <strong>di</strong> tutto senza però volervi entrare, la mittente tenta <strong>di</strong><br />

invogliare Nencioni alla collaborazione con il giornale sottomettendo al suo vaglio<br />

i nomi <strong>degli</strong> autori che era riuscita ad accaparrarsi fino a quel momento, tra<br />

i quali risulta menzionato – tra d’Annunzio e Carducci – anche <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>:<br />

No, no, no, caro Nencioni, non mi ritardate fino a martedì, sino ad aprile, […].<br />

Gabriele ha detto sì e ha già mandato: Carducci non mi ha ancora risposto, ma ho già il<br />

Panzacchi, il Giacosa, il <strong>Gualdo</strong>, il Torraca e una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> novellieri. 97<br />

Era il 24 febbraio 1891: <strong>Gualdo</strong> aveva già promesso il proprio contributo<br />

all’amica ed alla sua nascente rivista, però nessun articolo, né racconto, né poesia<br />

con la sua firma in calce figura nelle due sole annate <strong>di</strong> vita del «Corriere<br />

della Domenica». 98 Senza dubbio non è da credere che potesse essere insorto<br />

qualche contrasto tra gli scrittori, sebbene sia da ritenere possibile che i loro<br />

rapporti, comunque sal<strong>di</strong>, potessero risultare all’epoca inficiati dalla lontananza,<br />

non recandosi più, se non <strong>di</strong> rado, l’uno a Roma e l’altra a Milano: <strong>Gualdo</strong> era,<br />

<strong>di</strong>fatti, all’epoca, completamente assorbito dal lavoro <strong>di</strong> revisione del suo ultimo<br />

romanzo, Decadenza, testo al quale stava lavorando fin dal 1887.<br />

97 Lettera <strong>di</strong> Matilde Serao ad Enrico Nencioni datata “<strong>Napoli</strong>, 24 febbraio 1891”, custo<strong>di</strong>ta<br />

nell’Archivio Nencioni della biblioteca Marucelliana <strong>di</strong> Firenze e pubblicata da A. BANTI,<br />

Matilde Serao, Torino, UTET, 1965, pp. 302-303.<br />

98 Nonostante l’estrema premura manifestata da Matilde Serao, il giornale romano non sarà<br />

stampato che a partire dal 1895 e, per giunta, per la durata <strong>di</strong> un solo anno.<br />

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