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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

avessero una personalità, quasi vivessero – e le finestre, ornate in un modo piuttosto<br />

che nell’altro, il fregio che corre pigramente dove sembra inutile; la balaustra che<br />

s’estende ove non dovrebbe, la guglietta che sorge, il balcone che s’avanza fuori <strong>di</strong><br />

simmetria, sembrano non esser altro che la fisionomia del palazzo, nel senso più stretto<br />

della parola, e non si possono mai criticare avendo sempre una espressione propria,<br />

quasi come i lineamenti d’un volto. – Sembrano creazioni. 587<br />

Quando aveva annotato queste impressioni, <strong>Gualdo</strong> aveva ventitré anni; alla<br />

stessa età Barrès (benché non <strong>di</strong> rado nelle sue memorie egli tenda a confondere<br />

le date) aveva visto anch’egli per la prima volta Venezia, 588 il posto, o meglio,<br />

la <strong>di</strong>mensione in cui tutto ha inizio: la definizione del sé, il rapporto con i<br />

luoghi ed il primo approccio con l’esperienza della scrittura (perché, come afferma<br />

Emmanuel Godo, per il giovane Barrès, fin dal principio, “l’Italie est<br />

l’Origine – et Venise est son lieu”). 589 Oltre ad aver avuto la stessa età all’epoca<br />

del loro primo soggiorno nella laguna veneta, i due scrittori erano rimasti entrambi<br />

colpiti, in prima istanza, dalla medesima caratteristica della città: <strong>di</strong>fatti,<br />

così come <strong>Gualdo</strong> aveva confessato a Vittoria Cima, anche Barrès, dapprima<br />

smarrito alla vista dei fastueux palais che gli sembrano espressione “d’une humanité<br />

figée, semble-t-il, fixée” al <strong>di</strong> fuori del tempo e dello spazio, finisce per<br />

comprendere che ciò che più lo turba e al tempo stesso lo affascina della città<br />

magica è il suo éternel silence, un silenzio speciale poiché:<br />

Ce silence, à bien l’observer, n’est pas absence de bruits, mais absence de rumeur<br />

sourde: tous les sons courent nets et intacts dans cet air limpide où les murailles les rejettent<br />

sur la surface de la lagune qui, elle-même, les réfléchit sans les mêler. 590<br />

Malgrado l’assenza delle lettere <strong>di</strong> risposta 591 del francese, smarrite anch’esse<br />

come la gran parte delle carte appartenute a <strong>Gualdo</strong>, la presenza costan-<br />

587<br />

Ibidem.<br />

588<br />

M. BARRÈS, Notes sur l’Italie, Paris, Horizons de France, 1929, p. 13 : “[…] à vingttrois<br />

ans, pour la première fois, j’allais de Nancy à Venise”.<br />

589<br />

E. GODO, La légende de Venise. Maurice Barrès et la tentation de l’écriture, Villeneuve<br />

d’Ascq, Presses Universitaires du Septentrion, 1996, p. 13.<br />

590<br />

M. BARRÈS, Amori et dolori sacrum, é<strong>di</strong>tion définitive, Paris, Plon, 1921, p. 25.<br />

591<br />

Le lettere <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> contengono infatti alcuni riferimenti espliciti a precedenti messaggi<br />

inviati da Barrès: nell’esor<strong>di</strong>o del documento epistolare datato 19 febbraio 1887 si legge, ad<br />

esempio, “pardonnez-moi de n’avoir pas répondu de suite à vos si aimables lignes”, oppure,<br />

nella risposta molto più tarda dell’ottobre 1893, il milanese scrive al suo corrispondente “j’ai<br />

440

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