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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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I Poeti d’Oltralpe: adesione ed esportazione dei nuovi modelli<br />

voluttuosamente accarezzava la bellezza nelle sue più sensuali manifestazioni, e che<br />

<strong>di</strong>menticava ogni mestizia quando l’inno pagano alla forma ed alla gioia gli sorgeva in<br />

petto, giungeva poi inesattamente ai più nebulosi confini dell’idea […]. 59<br />

Soltanto in quelle regioni misteriose, “dove l’occhio nostro si confonde”,<br />

l’intuito del poeta si acuisce a tal punto da poter presentire la verità, nel corso<br />

<strong>di</strong> un breve istante <strong>di</strong> illuminazione che precede quello in cui, afferma <strong>Gualdo</strong>,<br />

egli sentiva infine mancare il soffio: “qualunque strada si prenda nel campo dell’arte”,<br />

continua il recensore, “essa conduce necessariamente sino al limitare<br />

dell’infinito”. E Gautier aveva tentato <strong>di</strong> sfruttare ogni singolo sentiero.<br />

Con un’interpretazione che chiaramente lascia presentire i futuri sviluppi <strong>di</strong><br />

tanta poesia del XX secolo, il critico prosegue la sua analisi addentrandosi nei<br />

più recon<strong>di</strong>ti significati <strong>di</strong> quella teoria dell’art pour l’art, “transmise aux Parnassiens<br />

par Théophile Gautier, romantique de la première heure”, 60 una dottrina<br />

cui il ventottenne <strong>Gualdo</strong> poi avrebbe aderito, però già spingendola – attraverso<br />

la sua personale chiave <strong>di</strong> lettura – ben oltre la visione dei membri dell’eclettico<br />

gruppo del Parnasse contemporain (accomunati, in primo luogo,<br />

dall’avversione a quel Romanticismo sociale ed umanitario sviluppatosi in<br />

Francia a partire dal 1830). All’interno <strong>di</strong> una delle sue più belle e pregnanti<br />

pagine, lo scrittore/giornalista consegna qui, alla parola scritta – caso raro, a<br />

detta dei suoi confratelli letterati –, una splen<strong>di</strong>da riflessione (dal sapore tutto<br />

novecentesco) sul significato dell’Arte:<br />

Se non temessimo <strong>di</strong> oltrepassare il nostro compito, <strong>di</strong>remmo che appunto da ciò<br />

deriva che l’arte è scopo a se stessa; poiché con la sua propria luce, su qualunque cosa<br />

gettata, essa costituisce una delle più chiare e poco conosciute prove che noi possiamo<br />

intravvedere dell’eterno problema del destino umano, e da questa molte altre idee potrebbero<br />

scaturire. 61<br />

In questo senso l’immaginazione riveste un ruolo necessario, benché, per<br />

far sì che nel testo poetico possano davvero essere incarnati i voli, i sogni, le intuizioni<br />

della fantasia, il vero “meccanismo” <strong>di</strong> cui lo scrittore può e deve servirsi<br />

è costituito dal suo stesso stile: Gautier ne aveva ideato uno altissimo e soprattutto<br />

sperimentale, inau<strong>di</strong>to, nonostante il suo sguardo fosse sempre rivolto<br />

59 Ibidem.<br />

60 Y. MORTELETTE, Histoire du Parnasse, cit., p. 75.<br />

61 L. GUALDO, Teofilo Gautier, cit.<br />

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