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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

[…] partent d’un sentiment analogue à celui d’où partent les athées qui affirment<br />

leur incrédulité en présence de croyants. Rendre le vrai devient chez les Goncourt un<br />

point d’honneur littéraire, et rendre le vrai sous toutes ses formes, c’est pour eux le<br />

premier devoir de l’honnête homme. 184<br />

Ma è stato Edmond de Goncourt (senza la collaborazione fraterna), a partire<br />

dal romanzo Frères Zimganno, il reale fautore – come si è anticipato – <strong>di</strong> un<br />

ingentilimento ed innalzamento stilistico-formale che <strong>Gualdo</strong> nella sua analisi<br />

esalta in nome <strong>di</strong> una “ricerca della perfezione” che apprezza (non si <strong>di</strong>mentichi<br />

che egli è in prima persona autore <strong>di</strong> romanzi d’analisi talvolta, come nel caso<br />

<strong>di</strong> Decadenza, finissimi) ed elogia dal momento che egli ritiene tale stu<strong>di</strong>o il vero<br />

motivo e fondamento che hanno spinto lo scrittore della Faustin a “dar veste<br />

ai pensieri più <strong>di</strong>fficili a esprimersi, […] trovar la parola che traduca le più intraducibili<br />

sensazioni”. 185 Quella <strong>di</strong> Goncourt risultava, insomma, un’indagine<br />

che, travalicati i limiti del realismo, aveva iniziato a sconfinare in nuovi territori:<br />

a rendersi conto <strong>di</strong> una simile svolta non era stato il solo <strong>Gualdo</strong>; della portata<br />

del cambiamento suo e dei suoi romanzi si erano <strong>di</strong>mostrati consapevoli anche<br />

alcuni scrittori coevi, come Maurice Barrès, il quale, nell’intervista a proposito<br />

dell’evoluzione letteraria rilasciata a Jules Huret nel 1891, affermerà che:<br />

“on ne peut pas <strong>di</strong>re que les Goncourt […] soient des naturalistes purs; et même<br />

leurs roman La Faustin ne peut être rapproché d’aucune des œuvres de<br />

l’école”. 186 L’ambiguità <strong>di</strong> quest’opera è, in effetti, a tal punto profonda che ancora<br />

oggi gli autori <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sui fratelli Goncourt si interrogano sul suo statuto,<br />

con il solo punto fermo che si tratta <strong>di</strong> un testo che da una parte è senza dubbio<br />

collegato al passato (“un pied dans la tra<strong>di</strong>tion”), ma che d’altro canto è portatore<br />

<strong>di</strong> una carica innovativa che verrà poi sviluppata dalle correnti letterarie a<br />

venire (“l’autre dans le modernisme”). 187 Per un romanzo nel quale gli intenti <strong>di</strong><br />

accuratezza documentaria non costituiscono più, come era avvenuto per Germinie<br />

Lacerteux, un punto <strong>di</strong> ricerca imprescin<strong>di</strong>bile – Ashley definisce con efficacia<br />

le spora<strong>di</strong>che concessioni <strong>di</strong> Goncourt al metodo naturalista un fenomeno<br />

“jeopar<strong>di</strong>sed” 188 – l’apertura verso molti aspetti della scrittura fin de siècle fa-<br />

109.<br />

184<br />

P. SABATIER, L’esthétique des Goncourt, cit., p. 213.<br />

185<br />

L. GUALDO, L’ultimo romanzo <strong>di</strong> Goncourt [La Faustin], cit., p. 119.<br />

186<br />

J. HURET, Maurice Barrès, in Enquête sur l’évolution littéraire, cit., p. 67.<br />

187<br />

J.-P. BERTRAND, Lecture de La Faustin, cit., p. 299.<br />

188<br />

K. ASHLEY, Edmond de Goncourt and the Novel: Naturalism and Decadence, cit., p.<br />

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