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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

traccia drammatica in vista <strong>di</strong> “una vera e propria compenetrazione stilistica dei<br />

due linguaggi”. 182 In effetti l’esito trionfale del Falstaff alla Scala, il 9 febbraio<br />

1893, aveva condotto Ver<strong>di</strong> a trascinare con sé sul palcoscenico del teatro, acclamato<br />

dal pubblico, l’amico Boito perché in quest’opera la sua poesia, melo<strong>di</strong>a<br />

essa stessa, aveva raggiunto “l’estremo della tendenza sua a trascendere i<br />

limiti della parola, per trasformarsi, appunto, in musica”. 183<br />

Avendo lavorato alla traduzione francese dell’opera, con l’ausilio <strong>di</strong> Paul<br />

Solanges, il librettista milanese era poi riuscito nel suo intento <strong>di</strong> far dare il Falstaff<br />

– come si è visto nel poc’anzi citato documento epistolare in<strong>di</strong>rizzato a<br />

Sthéphane Mallarmé – a Parigi, seppure non senza qualche preventiva <strong>di</strong>fficoltà,<br />

come testimonia una lettera poco chiara dello stesso <strong>Gualdo</strong> a Boito: “Mi pare<br />

non si <strong>di</strong>a il Falstaff una meretrice. Li ci deve entrare la perniciosa influenza<br />

<strong>di</strong> S. Maurel partito per la Germania”. 184 Il messaggio, che a quanto pare non<br />

dev’esser stato riletto dal mittente, manca evidentemente <strong>di</strong> qualche membro <strong>di</strong><br />

frase tra i termini “Falstaff” e “una meretrice”; ad accrescere ancor <strong>di</strong> più la sua<br />

<strong>di</strong>fficoltà interpretativa contribuisce, inoltre, la presenza del nome piuntato “S.”<br />

(che secondo Pierre de Montera potrebbe alludere a Solanges, a Souchon o a<br />

Sardou), mentre meno oscura è, nel finale, l’allusione all’attore Vittorio Maurel,<br />

già interprete, per la coppia Boito-Ver<strong>di</strong>, del ruolo Iago nell’Otello.<br />

Ad ogni modo appare chiaro che qualche imprevisto avesse causato lo slittamento<br />

della rappresentazione dell’opera a teatro, come conferma una lettera,<br />

sempre <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>, dello stesso periodo a sua cugina Giulietta: “Quì non si è<br />

parlato più <strong>di</strong> dare il Falstaff; ora Boito mi scrive invece che è deciso rappresentarlo<br />

in primavera all’Opéra Comique. Ciò ho sentito anche dalla moglie e<br />

dalla figlia <strong>di</strong> Maurel, che ebbi la sventura d’incontrare […]”. 185 Ed infatti<br />

l’opera verrà portata in scena a Parigi soltanto l’anno seguente, per poi toccare<br />

gran parte dei teatri <strong>di</strong> Francia ed essere rappresentata, prima <strong>di</strong> giungere infine<br />

in Italia, anche ad Aix en Provence, citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> villeggiatura del sud del paese<br />

in cui <strong>Gualdo</strong> era solito trascorrere l’estate 186 e da dove scriveva alla fine del<br />

182<br />

R. RADICE, Introduzione a E. DUSE – A. BOITO, Lettere d’amore, cit., p. XV.<br />

183<br />

P. NARDI, Vita <strong>di</strong> Arrigo Boito, cit., p. 592.<br />

184<br />

P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., p. 304. Lettera 3 ad Arrigo Boito con bollo postale<br />

sulla busta in<strong>di</strong>cante Paris, 10 novembre 1893.<br />

185<br />

Fondo <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, Z 80 suss., b.2(10). Lettera del 22 novembre 1893.<br />

186<br />

Soprattutto negli anni che vanno dal 1894 al 1898, quando cioè i suoi spostamenti erano<br />

vincolati dalla paralisi alle gambe, <strong>Gualdo</strong> trascorrerà puntualmente, in quella che nelle sue<br />

lettere dell’epoca viene appellata “l’infame Aix”, tutti i mesi estivi, costretto ad allontanarsi da<br />

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