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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

plus éloquente […] vengea de l’injurieuse commisérations des uns, de l’extravagante<br />

exagération des autres. 84<br />

L’articolo <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> cui Buet allude era stato pubblicato sul «Corriere della<br />

Sera» 85 una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> giorni dopo la fine dell’ottantunenne Barbey (avvenuta<br />

il 23 aprile 1889 e conseguente ad una grave emorragia protrattasi per ben tre<br />

giorni), un articolo la cui materia potrebbe essere compen<strong>di</strong>ata già nella prima<br />

frase dell’incipit: “Una strana e originalissima figura, un ferreo ed alto carattere,<br />

un grande scrittore sono scomparsi dalla vita parigina”. 86<br />

<strong>Gualdo</strong> e Barbey si erano conosciuti nel 1872 in casa <strong>di</strong> Coppée, uno dei<br />

migliori amici <strong>di</strong> entrambi; i loro rapporti erano poi <strong>di</strong>venuti davvero intensi<br />

dopo il 1876, anno in cui anche Paul Bourget aveva legato con “le Connétable”,<br />

e ancor più dopo il 1879, quando cioè Louise Read (intima <strong>di</strong> Annette Coppée,<br />

prima e <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> poi) aveva iniziato a prestar servizio in casa del Cavaliere<br />

d’Aurevilly, del quale <strong>di</strong>verrà infine segretaria ed esecutrice testamentaria. 87<br />

Purtroppo, fatta eccezione per alcune menzioni nei carteggi gual<strong>di</strong>ani e per la<br />

suddetta commemorazione, non restano tracce significative delle loro relazioni<br />

tra gli scritti e i documenti dell’uno e dell’altro. Al contrario, sono conservate<br />

all’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Milano due fotografie del francese che testimoniano la<br />

cor<strong>di</strong>alità dei rapporti del Maestro con il giovane amico: la più antica reca in<br />

calce la simpatica de<strong>di</strong>ca autografa “Au Décolleté, le Décolletant”, mentre la<br />

seconda, più tarda – in cui Barbey è immortalato in abiti a righe da conta<strong>di</strong>no<br />

normanno e con in capo la sua clémentine rossa –, riba<strong>di</strong>sce il loro legame attraverso<br />

le semplici parole “A mon ami <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, J. Barbey d’Aurevilly”.<br />

Curiosamente, il gusto eccentrico nel vestire costituisce uno dei tratti in comune<br />

ai due scrittori e rappresenta, inoltre, un aspetto che <strong>Gualdo</strong> non riesce a non<br />

menzionare quando realizza lo splen<strong>di</strong>do ritratto del narratore transalpino:<br />

Dritto, altero nel portamento, splen<strong>di</strong>do ed eccentrico nel vestire immutato da<br />

quello dei più raffinati eleganti del 1830, se ne andava per le vie – quando usciva, raramente<br />

– guardato da tutti e non guardato quasi da nessuno; e sembrava una sfida vivente<br />

all'epoca attuale, un fantasma superbo del passato, una evocazione, una protesta<br />

contro la tinta uniforme del mondo moderno, una insolita macchia <strong>di</strong> colore gettata sul<br />

84<br />

Ivi, p. 462.<br />

85<br />

L. GUALDO, Barbey d’Aurevilly, cit., pp. 1-2.<br />

86<br />

Ivi, p. 1.<br />

87<br />

P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 36-37.<br />

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