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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

te <strong>di</strong> Venezia come scenario <strong>di</strong> numerose opere della prima fase della produzione<br />

narrativa barresiana è dunque elemento fondamentale per ricostruire l’opinione<br />

dell’autore lorenese 592 a proposito della città in questione che, da meta<br />

pre<strong>di</strong>letta <strong>di</strong> tanti suoi viaggi, <strong>di</strong>venterà protagonista dapprima (giacché il suo<br />

ruolo non consiste nell’essere semplice location, sfondo suggestivo in cui i suoi<br />

lavori si svolgono, essendo invece fonte <strong>di</strong> continue osservazioni, quasi un referente<br />

con cui il narratore costantemente <strong>di</strong>aloga) del primo romanzo della trilogia<br />

del Culte du Moi, Un homme libre, poi del racconto L’Automne à Parme –<br />

su cui torneremo –, ed infine de La mort de Venise, romanzo successivamente<br />

fuso con Amori et dolori sacrum, anch’esso quasi interamente ambientato nella<br />

laguna. Questa città, scrive Barrès (e, come si vedrà, lo stesso <strong>Gualdo</strong> era stato<br />

autore <strong>di</strong> simili osservazioni), rappresenta il luogo che più <strong>di</strong> ogni altro al mondo<br />

si presta alla analyse des nuances des sentiments e alle rêveries sur le<br />

Moi. 593 Essa possiede <strong>di</strong>fatti un inspiegabile potere segreto che agisce sull’animo<br />

dei sognatori, tra i quali non si potranno non annoverare gli stessi <strong>Gualdo</strong> e<br />

Barrès. 594 Come afferma Michel Raimond a proposito <strong>degli</strong> scritti d’esor<strong>di</strong>o<br />

dell’autore del Culte du Moi, “le paysage avait pour lui la vertu d’un état d’âme”:<br />

595 dunque, così come per il milanese, per il giovane Maurice ambientare<br />

un romanzo a Venezia significa inoltre sottolineare la centralità <strong>di</strong> uno stato<br />

d’animo, <strong>di</strong> quella rêverie morbide su cui si soffermano molti critici barresiani<br />

(e <strong>di</strong> cui forse anch’egli, come l’italiano, era stato vittima in prima persona). 596<br />

Venezia, che per Barrès e <strong>Gualdo</strong> rappresenta la città più rêveuse al mondo<br />

e che per entrambi questi due sognatori incarna l’ideale <strong>di</strong> città preferita tra tutte,<br />

è infatti scenario – e protagonista al tempo stesso –, oltre che dei lavori barresiani,<br />

anche della già citata novella gual<strong>di</strong>ana intitolata L’innamorato <strong>di</strong> Venezia<br />

(poi, in traduzione, Une aventure vénitienne), testo all’interno del quale<br />

viene dato un posto <strong>di</strong> gran rilievo a quel potere <strong>di</strong> cui si <strong>di</strong>ceva poc’anzi, quella<br />

sorta <strong>di</strong> magia che raggiunge l’apice proprio nel momento in cui agisce sul-<br />

passé deux long mois à la campagne, à Varese. Arrivant ici pour une course je trouve votre<br />

lettre” (corsivi miei).<br />

592<br />

Nato a Charmes, in Lorena, nel 1862, Barrès si era successivamente trasferito a Parigi<br />

per seguire i corsi della Facoltà <strong>di</strong> Diritto ed essere poi eletto deputato a Nancy nel 1889.<br />

593<br />

M. BARRÈS, Amori et dolori sacrum, cit., p. 16.<br />

594<br />

Ivi, p. 37.<br />

595<br />

M. RAIMOND, La crise du roman, cit., p. 73.<br />

596<br />

Si veda in particolare J.-M. WITTMANN, Une rêverie morbide, in Barrès romancier.<br />

Une nosographie de la décadence, cit., pp. 36-38.<br />

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