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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Poesia – Musica – Pittura: <strong>Gualdo</strong> e le Tre Arti sorelle<br />

bilità <strong>di</strong> “coltivare la propria nevrosi, auscultare le proprie sensazioni, indagare<br />

il proprio inconscio”. 263 In questo senso (e <strong>di</strong>versamente dai suoi confratelli<br />

scapigliati), <strong>Gualdo</strong> è autore <strong>di</strong> una letteratura che indaga i campi dell’estasi,<br />

del fantastico, del sogno – e proprio il tema del rêve avrà notevole peso nella<br />

‘seconda fase’ della sua produzione, critica e narrativa – fino a raggiungere talvolta<br />

il limite della pazzia, 264 la cui anticamera è lambita da Ida nella Canzone<br />

<strong>di</strong> Weber e da Guglielmo in Allucinazione, mentre viene del tutto raggiunta da<br />

Arnaldo nella Scommessa e da Armando in Capriccio. Spiegata in tale prospettiva,<br />

la presenza del fantastico nella produzione gual<strong>di</strong>ana rientra in una nuova<br />

e più avanguar<strong>di</strong>stica <strong>di</strong>mensione che Elisabetta de Troja ha definito del tutto<br />

mentale. Quello gual<strong>di</strong>ano è, infatti, un fantastico che nasce da una tendenza<br />

“capace <strong>di</strong> creare fantasmi dal profondo della coscienza, dallo stato psicologico<br />

eccezionale, dalla patologia psichica per cui la paura, la grande protagonista del<br />

fantastico del secondo Ottocento, rifiuta l’evento esterno per <strong>di</strong>venire una categoria<br />

dello spirito, l’eccezionale con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un modo dell’anima ancora più<br />

affascinante, la follia, appunto”. 265 Si noterà dunque che <strong>Gualdo</strong>, pur assimilabile<br />

per molti aspetti, nella fase giovanile, agli autori (e quin<strong>di</strong> ai loro rispettivi<br />

temi) della Scapigliatura, ha da sempre fiancheggiato il movimento “su posizioni<br />

<strong>di</strong> indubbia originalità” in quanto, grazie alla sua indole e al tempo stesso<br />

alla formazione franco-anglofila, “a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri scapigliati, che vi possono<br />

attingere solo suggerimenti episo<strong>di</strong>ci, <strong>Gualdo</strong> vive dall’interno quella stagione<br />

decisiva, fino a presentarsi come autore bilingue”. 266<br />

Il 1877 sancisce il compimento del fondamentale passo evolutivo nel pensiero<br />

e nell’opera gual<strong>di</strong>ana: è questo l’anno della ristampa della raccolta delle<br />

Novelle, nella quale viene aggiunto un nuovo brano, mentre i sette testi iniziali,<br />

seppur conservati, subiscono una profonda rielaborazione; in quest’occasione,<br />

inoltre, l’e<strong>di</strong>zione cambia titolo, che viene mutato dall’autore, ispirandosi al testo<br />

eponimo, in La Gran Rivale e altri racconti. Sulle mo<strong>di</strong>fiche apportate nelle<br />

prime due narrazioni della raccolta ha de<strong>di</strong>cato un prezioso contributo Marziano<br />

Guglielminetti evidenziando come, rispetto alla pubblicazione del ’68, vengano<br />

smorzati tutti gli eccessi <strong>di</strong> realismo, in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una maggiore impercettibi-<br />

263<br />

E. PACCAGNINI, Dal Romanticismo al Decadentismo. La Scapigliatura, cit., p. 330.<br />

264<br />

Ivi, p. 266.<br />

265<br />

E. DE TROJA CHECACCI, L’amico <strong>di</strong> Robert. <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> e la sua opera narrativa<br />

(1844-1898), Pisa, Giar<strong>di</strong>ni, 1990, p. 25.<br />

266<br />

G. ZACCARIA, Poesie <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, in «Poesia», n. 33, ottobre 1990, p. 64.<br />

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