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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’esperienza cosmopolita del passeur culturel<br />

preso il vestire delle donne, senza cappelli, e io che voglio vedere l’italiano in<br />

tutto, sono più contento della vista <strong>di</strong> qui, cioè <strong>di</strong> quello che mi passa sotto gli<br />

occhi”. 101 Appena un anno dopo, Verga ne parlerà come “la più città d’Italia”,<br />

102 dove è in atto uno sviluppo rapido e <strong>di</strong>namico, ma in cui una giovane,<br />

moderna e fiorente industria pubblicistica ed e<strong>di</strong>toriale convive paradossalmente<br />

con gusti ed abitu<strong>di</strong>ni ancora tutti provinciali. Ed infatti, come si evince dalle<br />

cronache dell’epoca, nelle strade del centro della città meneghina si avvertono<br />

intense le “esalazioni grasse e succulente <strong>degli</strong> zamponi fumanti, delle luganeghe,<br />

delle mortadelle” 103 e al loro fianco convive, come narra Sacchetti, l’acre<br />

odore delle stamperie in frenetica attività: basti pensare che – come si è in parte<br />

altrove anticipato – appena un ventennio prima, nel 1861, Emilio e Giuseppe<br />

Treves avevano dato vita alla casa e<strong>di</strong>trice che, oltre a pubblicare numerosi perio<strong>di</strong>ci,<br />

curò la stampa <strong>di</strong> tutti i maggiori autori, italiani e non, del periodo e<br />

che, pochi anni dopo, nel 1878, Eugenio Torelli Viollier aveva fondato uno dei<br />

più antichi e longevi quoti<strong>di</strong>ani italiani, «Il Corriere della Sera».<br />

La cosa non deve stupire: “Milano è finora la sola città nostra”, avverte<br />

sempre Sacchetti, “dove ci sia un vero pubblico: la classe colta coi novantamila<br />

abitanti delle <strong>di</strong>verse regioni vi formano un tutto omogeneo, armonico, che vibra<br />

e risponde tutto insieme, ad un tratto, alla stessa commozione, alla stessa<br />

provocazione”. 104 Novantamila italiani colti su trecentomila milanesi, 105 senza<br />

contare l’enorme quantità <strong>di</strong> visitatori – turisti, ma soprattutto colti letterati, artisti,<br />

<strong>di</strong>plomatici – provenienti da ogni angolo d’Europa. Una vera città cosmopolita<br />

e, al suo interno, una vera ‘Repubblica delle Lettere’: “in qualche altra<br />

città italiana, dove pure la vita artistica prospera e cresce da parecchi anni, gli<br />

artisti fanno società a parte”, mentre a Milano “tutte le persone educate si conoscono,<br />

formano una società sola, dove gli artisti non solo sono ammessi ma godono<br />

<strong>di</strong> particolari immunità”. 106 Tutti, uomini politici e uomini d’affari, nobili<br />

e borghesi, avvocati, banchieri, impiegati, ricercano la compagnia <strong>degli</strong> artisti,<br />

101<br />

Lettera ine<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> Domenico Morelli alla figlia Evangelina, con intestazione Milano, 27<br />

settembre 1880. (Carte Morelli <strong>II</strong>/128, Biblioteca Nazionale <strong>di</strong> <strong>Napoli</strong> – Vittorio Emanuele <strong>II</strong>I).<br />

102<br />

G. VERGA, I <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Milano, in AA.VV., Milano 1881, cit., p. 66.<br />

103<br />

R. SACCHETTI, La vita letteraria a Milano, cit., p. 477.<br />

104<br />

Ivi, pp. 482-483.<br />

105<br />

Secondo le stime dell’epoca, se nel 1860 Milano contava 200.000 abitanti, nel 1880 la<br />

sua popolazione si era quasi raddoppiata.<br />

106 R. SACCHETTI, La vita letteraria a Milano, cit., p. 483.<br />

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