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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

lare’ dell’Ottocento italiano –, cronaca <strong>di</strong> una entrevue con “Monseigneur Tante”,<br />

appellativo con il quale – a seguito delle considerazioni scaturite da questa<br />

visita in rue Pigalle – <strong>Gualdo</strong> aveva deciso <strong>di</strong> riferirsi al grande poeta e romanziere<br />

francese, in compagnia del quale egli aveva avuto l’onore <strong>di</strong> trascorrere<br />

alcuni minuti – all’incirca una ventina, <strong>di</strong> sera – dopo la presentazione ad opera<br />

del comune amico François Coppée. A nome suo, infatti, (ma solo) <strong>Gualdo</strong> racconta<br />

a Boito <strong>di</strong> esser stato in casa <strong>di</strong> un’ex attrice, Juliette Drouet, dove Tante,<br />

suo antico amante, era solito pranzare e ricevere gli ospiti: benché il messaggio<br />

si chiuda con la promessa <strong>di</strong> un attento resoconto dei particolari a voce, esso è<br />

eccezionalmente ricco <strong>di</strong> dettagli da cui trapela, parola dopo parola, l’incre<strong>di</strong>bile<br />

entusiasmo del giovane milanese al cospetto <strong>di</strong> una tanto grande autorità<br />

artistica, quel Victor Hugo con il quale Boito, pur non conoscendolo <strong>di</strong> persona,<br />

aveva il privilegio <strong>di</strong> intrattenere un rapporto epistolare fin dal 1865. 153<br />

È straor<strong>di</strong>nario, superiore ad ogni aspettativa, immenso. Si vedono in lui tutte le<br />

sue opere, ma egli stupisce ancora <strong>di</strong> più. È incre<strong>di</strong>bilmente giovine <strong>di</strong> movimenti, tutto<br />

bianco <strong>di</strong> capelli e <strong>di</strong> barba, dritto come una vecchia quercia con della neve in cima.<br />

Rappresenta soprattutto la Forza; dà l’idea d’un atleta. Nessun sintomo <strong>di</strong> vecchiaia o<br />

<strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento; [è vecchio come un <strong>di</strong>o mitologico]; come lo fosse sempre stato, come<br />

se potesse ri<strong>di</strong>ventare adolescente, volendolo. [Dalla sua fisionomia traspira una serenità<br />

sovraumana]; lo sguardo solo è a momenti malinconico, sempre vivo e inimaginabile<br />

per chi non lo ha visto. 154<br />

La prima reazione del giovane <strong>Gualdo</strong>, non ancora trentenne, <strong>di</strong>nnanzi a<br />

questo immenso uomo, è la constatazione della sua possanza, della sua statura –<br />

fisica, morale, spirituale – ma al tempo stesso del suo essere contemporaneamente<br />

anziano e fanciullo. Per i due poeti italiani in erba, che all’epoca militavano<br />

nelle fila della Scapigliatura, questo movimento che si era fatto portavoce<br />

dei gran<strong>di</strong> squilibri dell’epoca ben si confaceva alle antinomie <strong>di</strong> Victor Hugo.<br />

Mentre lo osserva, guardando i suoi gesti ed ascoltando le sue parole, <strong>Gualdo</strong><br />

153 Il primo documento epistolare <strong>di</strong> Hugo <strong>di</strong>retto a Boito, del ’65 appunto, mostra l’esistenza<br />

<strong>di</strong> una certa confidenza tra mittente e destinatario. Si tratta <strong>di</strong> ringraziamenti rivolti all’italiano<br />

per aver scritto due articoli a proposito <strong>di</strong> una non meglio precisata opera del francese.<br />

154 La lettera, come si è detto, è stata parzialmente resa nota per la prima volta da P.<br />

NARDI, Vita <strong>di</strong> Arrigo Boito, cit., p. 431. Nuovamente pubblicata da G. SPAGNOLETTI, Gilet<br />

bianco. Ritratto <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, in «Paragone», ottobre 1956, pp. 13-33, è stata infine inserita<br />

nell’Appen<strong>di</strong>ce I <strong>di</strong> P. DE MONTERA, <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 300-302. A quest’ultimo si deve<br />

il merito <strong>di</strong> aver validamente datato il documento al biennio 1873-1874.<br />

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