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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Tra carteggi e recensioni: <strong>Gualdo</strong> e i romanzieri italiani<br />

sta, precisa: egli sa quello che vuole, sa quello che gli piace, sa dove, artisticamente, si<br />

deve andare a finire… 11<br />

Fiducioso nel giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>, Giovanni Verga se ne serve spesso e, a<br />

ragione, vi ripone fiducia fin dalle prime fasi del loro rapporto <strong>di</strong> amicizia. Prima<br />

<strong>di</strong> trattare delle entusiastiche parole (all’epoca le sole, insieme a quelle espresse<br />

da <strong>Luigi</strong> Capuana) toccate ai Malavoglia alla vigilia della loro uscita,<br />

basterà sfogliare le ventisei lettere <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> all’amico siciliano per comprendere<br />

quanta parte avessero, già a metà <strong>degli</strong> anni ’70, le valutazioni letterarie<br />

in questa corrispondenza, il cui corpus copre circa un quin<strong>di</strong>cennio che va<br />

dal 1875 al 1890. Portato alla luce nel 1984 da Gino Raya, 12 grande stu<strong>di</strong>oso e<br />

profondo conoscitore <strong>di</strong> Verga e del Verismo, questo epistolario è certamente<br />

in<strong>di</strong>ce del loro profondo legame <strong>di</strong> amicizia: da esso si evince la grande stima e<br />

ammirazione che legava i due anche dal punto <strong>di</strong> vista professionale. Purtroppo,<br />

però, la completezza <strong>di</strong> questi giu<strong>di</strong>zi è minata, malauguratamente per i lettori,<br />

dall’assoluta mancanza (o, nella migliore delle ipotesi, <strong>di</strong> un ritrovamento non<br />

ancora avvenuto) delle risposte <strong>di</strong> Verga al suo corrispondente milanese. Le lettere<br />

superstiti, con le in<strong>di</strong>cazioni della loro provenienza – Varese, Roma, Firenze,<br />

Venezia, Berna e, naturalmente, Parigi e Milano –, contribuiscono comunque,<br />

oltre che a fornire nuovi tasselli utili per ricostruire la storia dei rapporti tra<br />

Verga e <strong>Gualdo</strong>, anche a far acquisire nuovi dati biografici relativi a quest’ultimo.<br />

La prima <strong>di</strong> esse, datata “Milano, 4 luglio” [1875] e in<strong>di</strong>rizzata a Catania,<br />

si apre, significativamente, con un parere artistico:<br />

Caro Verga,<br />

Trovai vivo interesse dalla prima all’ultima pagina <strong>di</strong> Tigre reale ed ammirai sovente.<br />

Preferisco quest’ultimo libro a tutti gli altri vostri. A voce vi esprimerei assai<br />

meglio tutto il bene che ne penso, e mi permetterei <strong>di</strong> aggiungere qualche parola <strong>di</strong> critica,<br />

toccando i particolari, per accertarvi della sincerità con la quale vi lodo.<br />

Ciò, del resto, è inutile in bocca ad un pessimista come me. In generale poi mi pare<br />

che il bel romanzo non giustifica completamente il bellissimo titolo: quella donna,<br />

quasi sempre reale, non è abbastanza tigre. Fa soffrire gli altri, ma soffre più <strong>di</strong> loro – e<br />

muore, mentr’essi vivono e si consolano. Splen<strong>di</strong>do l’episo<strong>di</strong>o del bimbo malato; bella<br />

e nuova l’idea della riconciliazione <strong>di</strong> La Ferlita con sua moglie, basata sul sacrificio <strong>di</strong><br />

due amori extra-coniugali, l’uno morto, l’altro nascente… 13<br />

11 G. ROVETTA, Vita letteraria. <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>, cit., pp. 1225-1233.<br />

12 G. RAYA, Ine<strong>di</strong>ti verghiani, cit., pp. 127-145.<br />

13 Ivi, p. 128. Lettera I.<br />

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