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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

La Duse, a sua volta, parla spesso <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> nelle sue lettere, specie in<br />

quelle rivolte a Boito: non solo, ad esempio, racconta a questi delle ore – <strong>di</strong> cui<br />

si è detto menzionando la lettera alla marchesa Litta Mo<strong>di</strong>gnani – trascorse insieme<br />

a Gilet bianco in attesa <strong>di</strong> imbarcarsi per l’America, 137 oppure dei pranzi<br />

avuti insieme a Milano il 25 ed il 27 settembre 1889 quando, vedendola giù <strong>di</strong><br />

morale, l’amico l’aveva fatta ridere sicché lei gli aveva fatto alcune confidenze.<br />

Anche se <strong>Gualdo</strong> non la interroga su nulla, Eleonora <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sentirsi “più sincera<br />

con lui, sia che sia, o non sia – allegra –” 138 e si duole quando si vede costretta<br />

ad allontanarsene, 139 dopo aver chiacchierato insieme ed aver con<strong>di</strong>viso qualche<br />

pettegolezzo. 140 Sempre a Boito, essa comunica la sua tristezza, quando, avendo<br />

appreso la notizia della paralisi che ha colpito <strong>Gualdo</strong>, riflette su come potrebbe<br />

assisterlo, ritardando l’inevitabile, e sui sentimenti che la uniscono a lui:<br />

Se fosse possibile che il nostro, l’introvabile amico rimanesse ancora fra noi! –<br />

Non fosse che per qualche tempo ancora! – Cos’è mai un po’ <strong>di</strong> tempo al <strong>di</strong> qua, quando<br />

al <strong>di</strong> là non esiste più limite né misura? Bah!<br />

– Se rimanesse – ancora! Se la fine fosse protratta – non è gran che – non domando<br />

cosa fuori dalla legge comune! […] Perché no – per lui? –<br />

– Si farebbe così: è un sogno pazzo: <strong>Gualdo</strong> – Arrigo – Lenor – e lo si prenderebbe<br />

con noi! È assurdo, lo so! (Ma io ho bisogno <strong>di</strong> pensare per non pensare) – […].<br />

Povero nostro <strong>Gualdo</strong>!<br />

Arrigo lo soignerebbe tanto. Arrigo durante la giornata, Lenor, a suo turno, durante<br />

la notte. Lenor lo soignerebbe così bene. Arrigo non sa quanto bene Lenor vuole a<br />

<strong>Gualdo</strong> – <strong>Gualdo</strong> lo sa – Lo sapeva – Con lui – fu sempre un altro paio <strong>di</strong> maniche –.<br />

Lenor vuol rivedere <strong>Gualdo</strong>, stringere quella manona così dolce, così sicura. Vorrei<br />

salutarci, sapendo dove si va –. 141<br />

Eleonora si informa costantemente, anche nei mesi a seguire, dello stato <strong>di</strong><br />

salute del suo Gilet bianco, e Boito le risponde, perlopiù tramite telegrammi,<br />

firmandosi con il nome dell’infermo (<strong>di</strong>fatti, sostiene Raul Ra<strong>di</strong>ce, sempre per<br />

ragioni <strong>di</strong> riservatezza, Arrigo si serviva dello pseudonimo “<strong>Gualdo</strong>” per tele-<br />

137<br />

E. DUSE - A. BOITO, Lettere d’amore, cit., p. 734.<br />

138<br />

Ivi, p. 561.<br />

139<br />

Ivi, p. 564: “Gilet bianco stette con me dalle 5 alle 6 – Ma oggi, è partito, «RI RI partito»<br />

anche lui!”.<br />

140<br />

Ivi, p. 565: “Il francese – l’homme «EPUISÉ PAR L’EMOTION» prende moglie – La<br />

figlia <strong>di</strong> Dumas. 10 milioni <strong>di</strong> dote – (Me lo ha detto Gilet bianco)”.<br />

141<br />

Ivi, pp. 808-809. Lettera del 7 aprile 1894 dalla Duse, a Firenze, a Boito, a Parigi (dove<br />

si stava occupando dell’allestimento del Falstaff all’Opéra Comique).<br />

231

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