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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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Il teatro ottocentesco: attori, drammaturghi, librettisti e plagiari<br />

grande artiste del racconto gual<strong>di</strong>ano, si era unita in matrimonio au commencement<br />

de sa carrière e, parimenti ad essa – “maître de ses affaires” – aveva<br />

fatto presto fortuna, imparando a gestire da sé le proprie finanze: a meno <strong>di</strong><br />

trent’anni la <strong>di</strong>va aveva infatti fondato a Roma, nel 1887, una propria Compagnia<br />

drammatica che le aveva consentito la totale autonomia artistica e finanziaria,<br />

coronamento e “realizzazione delle sue aspirazioni all’in<strong>di</strong>pendenza”. 90<br />

Oltre a queste affinità, più che altro situazionali, tra le vicende della coppia<br />

Eleonora Duse – Arrigo Boito e quelle dei protagonisti <strong>di</strong> Aveu sans paroles, è<br />

da notare che una rassomiglianza ancora più <strong>di</strong>retta sussiste nel testo e permette<br />

<strong>di</strong> sostenere una decisiva identificazione tra i personaggi della novella e quelli<br />

reali: la somiglianza fisico-caratteriale. Se infatti, scrive <strong>Gualdo</strong>, la cantatrice<br />

appare bella in virtù del suo <strong>di</strong>scret maquillage che lascia trasparire (insieme ai<br />

suoi “grands yeux intelligents, pleins de volonté, presque inquiétants”) tutto il<br />

suo candeur e la sua suavité, le fotografie d’epoca e le biografie della Duse ritraggono<br />

Eleonora, in opposizione alla rivale Sarah Bernhardt, come la quintessenza<br />

della naturalezza, “che anche per entrare in scena rifiutava ogni liscio,<br />

ogni rossetto, ogni cipria, tanto amava la verità”, 91 perché, pur non essendo bella<br />

in maniera particolare, essa era in grado <strong>di</strong> trasfigurarsi e comunicare attraverso<br />

le mille espressioni del suo sguardo e della sua fisionomia estremamente<br />

mobili, 92 in modo parallelo anche il pittore venendo ritratto da <strong>Gualdo</strong> come un<br />

uomo restio ad uscire dal riserbo, silenzioso, che “cachait sa timi<strong>di</strong>té extrême<br />

sous la calme forcé de ses manières” e nel passeggiare sotto braccio con la<br />

grande artista “jouissait toutefois d’une façon <strong>di</strong>scrète et profonde”, incarna a<br />

pennello il suo alter ego reale, quell’uomo sobrio e <strong>di</strong>gnitoso, gelosissimo della<br />

sua vita privata e della propria intimità che fu Arrigo Boito, in apparenza burbero<br />

e altero a causa del suo aspetto che incuteva timore e dei suoi occhi <strong>di</strong> ghiaccio,<br />

ma in realtà semplicemente persona timida, assai <strong>di</strong>screta e “schiva […]<br />

d’ogni altrui curiosità”. 93<br />

Il legame affettivo tra Eleonora Duse ad Arrigo Boito durò circa un decennio<br />

(fino a quando cioè l’attrice, nel 1897, si invaghì del più giovane Gabriele<br />

d’Annunzio): mai nessuna storia d’amore, forse in virtù dei caratteri e della no-<br />

90<br />

S. BASSNET, Eleonora Duse, in AA. VV., Tre attrici e il loro tempo: Sarah Bernhardt,<br />

Elen Therry, Eleonora Duse, cit., p. 198.<br />

91<br />

U. OJETTI, Cose viste, Firenze, Sansoni, 1951, p. 712.<br />

92<br />

M. SCHINO, Il teatro <strong>di</strong> Eleonora Duse, Bologna, Il Mulino, 1992, p. 133.<br />

93 P. NARDI, Vita <strong>di</strong> Arrigo Boito, cit., p. 532.<br />

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