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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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I Poeti d’Oltralpe: adesione ed esportazione dei nuovi modelli<br />

avvio ribadendo un tema su cui il poeta italiano aveva già insistito nella antecedente<br />

commemorazione in prosa, quello cioè della totale ed eterna de<strong>di</strong>zione del<br />

suo protagonista nei confronti dell’Arte:<br />

Sereno, e stanco <strong>di</strong> vicende umane,<br />

Questa terra inquïeta egli ha lasciato,<br />

Egli, il Maestro, delle forme arcane<br />

Innamorato.<br />

Era forte nell’arte – era il leone –<br />

Ne possedéa la maestà severa<br />

E lo sguardo ripieno <strong>di</strong> visione<br />

E la criniera. 91<br />

Un argomento, questo, su cui l’italiano torna ad insistere in una delle strofe<br />

centrali dell’ode, laddove afferma che Gautier “Cantò la Gioja e il Bello, e la<br />

pagana / Voluttà della Forma, e i strani amori / Delle cose, e il desir; l’ebrezza<br />

umana / E i suoi colori”. 92 Poco prima <strong>di</strong> questi versi, però, e subito dopo aver<br />

aperto una breve parentesi sull’incanto esercitato su Gautier dall’ignota poesia<br />

dell’Oriente, <strong>Gualdo</strong> ritorna – proprio come aveva fatto sulle pagine della «Perseveranza»<br />

– sull’amore del francese per la magia <strong>di</strong> terre a sé molto più prossime,<br />

<strong>di</strong> quel mondo appena al <strong>di</strong> là delle Alpi, per quei luoghi che egli aveva<br />

visitato e <strong>di</strong> cui aveva conservato indelebile ricordo quando, anni ad<strong>di</strong>etro,<br />

“portò un culto all’Egitto, alla Grecia; […] amò ferventemente l’Italia”. 93 E nei<br />

suoi versi, per la prima volta (ma rispondendo ad una pre<strong>di</strong>lezione destinata in<br />

futuro ad essere riba<strong>di</strong>ta), canta la de<strong>di</strong>zione gautieriana per la storia, le tra<strong>di</strong>zioni,<br />

l’atmosfera da sogno della città del belpaese che, al suo pari, egli stesso<br />

ama più <strong>di</strong> ogni altra: quella Venezia in cui aveva trovato l’amore (sua moglie,<br />

Ernestina Grisi era, <strong>di</strong>fatti, istriana) e dove aveva trascorso frequenti soggiorni.<br />

Fu dell’Italia appassionato amante<br />

E ne applaudì la gloria e la fortuna;<br />

I palazzi il ricordano vagante<br />

Per la laguna. 94<br />

91<br />

L. GUALDO, Teofilo Gautier, in Le Tombeau de Théophile Gautier, cit., p. 81.<br />

92<br />

Ibidem.<br />

93<br />

ID., Teofilo Gautier, in «La Perseveranza», cit.<br />

94<br />

L. GUALDO, Teofilo Gautier, in Le Tombeau de Théophile Gautier, cit., p. 82.<br />

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