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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

del suo desiderio <strong>di</strong> revanche si avrà con Sous l'œil des Barbares (anch'esso uscito<br />

nel 1888), una <strong>di</strong>ssertazione <strong>di</strong> retorica <strong>di</strong>lettantesca, ma certamente già<br />

carica <strong>di</strong> significato, nella quale egli delinea la reazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e <strong>di</strong> scoperta<br />

<strong>di</strong> un moi che si contrappone ad un autrui. Secondo Paul Bourget, amico comune<br />

a <strong>Gualdo</strong> e Barrès, questo testo rappresenta il miglior esempio, “parmi les<br />

esseis de rajeunissement”, 561 <strong>di</strong> una forma <strong>di</strong> romanzo trascurata, o comunque<br />

piuttosto decaduta, negli ultimi cinquanta anni: il romanzo <strong>di</strong> analisi. Bourget<br />

trova perfetto l'enigmatico titolo del volume perché esprime in pieno l'ispirazione<br />

che è alla sua base, ossia la genesi <strong>di</strong> una sensibilità, <strong>di</strong> una consapevolezza<br />

della <strong>di</strong>versità dell’artista rispetto a coloro che non possiedono la sua stessa<br />

tempra morale, i barbares del titolo (altrimenti detto i bourgeois <strong>di</strong> Flaubert<br />

o i philistins <strong>di</strong> Heine) per l’appunto, che costituiscono la società all’interno<br />

della quale l’artista “doit se developper” e <strong>di</strong> cui tuttavia non può fare a meno<br />

essendo essa l'incarnazione <strong>di</strong> quell'opinione pubblica a cui l'amour-propre malade<br />

dell'artista non riesce <strong>di</strong> sottrarsi. 562<br />

Quest'opera costituirà la prima parte, o meglio la prima tappa, insieme a Un<br />

Homme Libre e Le jar<strong>di</strong>n de Bérénice, della trilogia del Culte du Moi, un ciclo<br />

che lo stesso Barrès farà pubblicare in volume unico, con il titolo <strong>di</strong> Examen de<br />

trois idéologies, nel 1892. Un anno prima dell'uscita <strong>di</strong> questo testo raggruppante<br />

l'intera serie, <strong>Gualdo</strong>, nel ricevere dall'autore francese una copia del terzo volume<br />

del Culte 563 (volume che egli, però, scrive <strong>di</strong> aver già acquistato e letto),<br />

dopo aver ancora una volta lodato la raffinatezza dello stile e del pensiero barresiano,<br />

la sua originalità e la speciale puissance della visione del mondo dell’autore<br />

lorenese, <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> aver ben compreso il suo progetto <strong>di</strong> realizzare<br />

testi che facciano da pendant l’uno all’altro e che anzi andranno necessariamente<br />

compresi solo in rapporto al significato globale della serie. Le jar<strong>di</strong>n de Bérénice,<br />

<strong>di</strong>fatti, appare ai suoi occhi <strong>di</strong> attento critico e lettore come il perfetto<br />

coronamento dei due precedenti testi <strong>di</strong> Barrès, i quali, insieme ad esso, gli<br />

sembrano giustamente far parte <strong>di</strong> un unico ciclo:<br />

561<br />

P. BOURGET, L'esthétique de l'observation: sous l'œil des barbares, in Essais de psychologie<br />

contemporaine. Études littéraires, cit., p. 379.<br />

562<br />

Ivi, pp. 380-381.<br />

563<br />

M. BARRÈS, Le jar<strong>di</strong>n de Bérénice, Paris, Perrin, 1891. L'esemplare con de<strong>di</strong>ca autografa<br />

dell’autore “à <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong> avec le souvenir amical de Maurice Barrès” è conservato alla<br />

biblioteca Ambrosiana <strong>di</strong> Milano (segnatura “S.Q.Z.X.16”).<br />

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