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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

“la transformer” e non se ne fosse servito soltanto per compierne una imitazione<br />

servile, una brutale riproduzione che, come suggerisce Michel Raimond, costituisce<br />

“l'horizon du naturalisme […], mais un horizon singulièrement limité”. 218<br />

Con la pubblicazione <strong>di</strong> Une page d'amour, Zola aveva forse fornito la risposta<br />

più efficace a quelle prime critiche atte a <strong>di</strong>mostrare l'insufficienza estetica<br />

del naturalismo. Questo romanzo, <strong>di</strong>fatti, concepito – come si vedrà – quasi<br />

simile ad un'opera sinfonica, rappresenta uno dei più alti esempi della possibilità<br />

<strong>di</strong> compenetrare, in un testo naturalista, istanze artistiche e metodo scientifico.<br />

Nonostante lo scrittore provocatoriamente affermi, nella lettera agli e<strong>di</strong>tori<br />

posta come préface all'e<strong>di</strong>zione del 1884, 219 che le cinque descrizioni <strong>di</strong> Parigi<br />

– le quali chiudono ognuna ciascuna delle cinque sezioni <strong>di</strong> cinque capitoli in<br />

cui è articolato il romanzo – non siano state altro che “un caprice d'artiste d'une<br />

répétition fatigante, [...] une <strong>di</strong>fficulté vaincue pour montrer la dextérité de la<br />

main”, egli in realtà specifica poco oltre come “nous ne cédons presque jamais<br />

au seul besoin de décrire; cela se complique toujours en nous d'intentions<br />

symphoniques et humaines”, dal momento che “la création entière nous appartient,<br />

tout tachions de la faire entrer en nos œuvres, nous rêvons l'arche immense”.<br />

220 Ebbene, all'interno del proprio compte rendu, ben sei anni prima della<br />

stesura <strong>di</strong> questa lettera esplicativo-<strong>di</strong>fensiva, <strong>Gualdo</strong> non solo non aveva stigmatizzato<br />

tali passaggi (come la gran parte dei lettori dell’epoca), ma aveva anzi<br />

intuito l'importanza destinata da Zola alle parentesi paesaggistiche <strong>di</strong> Una<br />

page d'amour quando aveva parlato <strong>di</strong> una “parte descrittiva […] adoperata in<br />

questo libro dall’A. come istrumentazione, [che] serve d’orchestra e dal basso<br />

accompagna il poema lentamente svolto sulle alture <strong>di</strong> Passy”. 221<br />

Per quanto in questa sede si cerchi <strong>di</strong> sottolineare lo spessore dello spirito<br />

<strong>di</strong> analisi gual<strong>di</strong>ano, pur tuttavia non si dovrà affatto scartare l’ipotesi che tale<br />

coincidenza lessicale possa esser conseguente ad un verosimile precedente colloquio<br />

tra autore e recensore, giacché il tema – con annesse motivazioni – della<br />

presenza delle descrizioni poetiche <strong>di</strong> Parigi, “revenant comme un chant”, 222 ri-<br />

218<br />

M. RAIMOND, La crise du roman, cit., p. 30.<br />

219<br />

É. ZOLA, Lettre aux é<strong>di</strong>teurs, in Une page d'amour, t. I, Paris, Librairie des bibliophiles,<br />

1884, pp. I-IV.<br />

220<br />

Ivi, pp. <strong>II</strong>-<strong>II</strong>I (corsivo mio).<br />

221<br />

L. GUALDO, Émile Zola – Une page d'amour, cit., p. 396 (corsivo autoriale).<br />

222<br />

É. ZOLA, Documents. Ébauche iné<strong>di</strong>te d'Une page d'amour, in Une page d'amour, É<strong>di</strong>-<br />

tion présentée et établie par H. Mitterand, cit., p. 394.<br />

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