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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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L’analisi delle “nuove formole” del romanzo francese<br />

me scopo il voler fare “L'HISTOIRE GÉNÉRALE de l'amour en notre temps”, 238 in<br />

realtà il sentimento su cui verrà poi incentrato il romanzo non sarà più la passione<br />

amorosa, bensì la gelosia (e, naturalmente il suo stu<strong>di</strong>o) della piccola Jeanne<br />

nei confronti <strong>di</strong> sua madre e della relazione da lei instaurata con il me<strong>di</strong>co,<br />

che – benché già coniugato – <strong>di</strong>verrà suo amante. Questo cambio <strong>di</strong> rotta è, a<br />

detta <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong>, la vera fortuna <strong>di</strong> Une page d'amour perché proprio in tale aspetto<br />

egli rintraccia l'elemento <strong>di</strong> maggiore interesse e novità dell'opera zoliana,<br />

che (pur non perfetta in ogni sua parte), in virtù dell'accuratezza con cui è<br />

condotto l'esame <strong>di</strong> questa passione, è valutata alla stregua <strong>di</strong> un vero e proprio<br />

chef d'œuvre dal soggetto nuovissimo nella sua straziante monotonia:<br />

[…] il racconto altro non è che il lento e fatale svolgimento della passione cui tentano<br />

invano <strong>di</strong> resistere [M.me Granjean e M. Deberle], e la narrazione delle cause che<br />

li fanno finalmente cadere. Ma l'idea nuova e vera è la infantile, ma profonda gelosia<br />

<strong>di</strong> Jeanne […]. L'analisi psicologica <strong>di</strong> questo sentimento è tale, che per essa sola questo<br />

romanzo – non scevro <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti – è e rimarrà un capolavoro, poiché vi si trovano<br />

pagine che bastano da sole a mostrare uno scrittore sommo nell'arte sua. 239<br />

La gelosia della bambina – “dotata <strong>di</strong> una specie <strong>di</strong> «seconda vista» dovuta<br />

alla morbosa raffinatezza della sua natura” 240 – investe come un fiume in piena<br />

corpo e mente <strong>di</strong> Jeanne, già <strong>di</strong> per sé pre<strong>di</strong>sposta agli eccessi nervosi, acuendo<br />

la sua vulnerabilità psicologica e temperamentale. Come sottolinea <strong>Gualdo</strong> nella<br />

propria recensione, e come evidenzierà lo stesso Zola inserendo una piccola<br />

nota riguardante ciò nell'albero genealogico dei Rougon-Macquart (pubblicato<br />

per la prima volta proprio nell'e<strong>di</strong>zione in volume <strong>di</strong> questo ottavo testo del ciclo),<br />

241 la piccola mostra più <strong>di</strong> una rassomiglianza con la sua bisnonna, la capostipite<br />

<strong>di</strong> entrambi i rami della famiglia, Adelaide Foque – morta pazza –,<br />

238<br />

Ibidem.<br />

239<br />

L. GUALDO, Émile Zola – Une page d'amour, cit., p. 395 (corsivi miei).<br />

240<br />

Ibidem.<br />

241<br />

In realtà, benché il compte rendu <strong>di</strong> <strong>Gualdo</strong> preceda in termini cronologici l'uscita in<br />

volume <strong>di</strong> Une page d'amour, tuttavia la lettera-nota dell'autore che precede la prima parte del<br />

romanzo (in cui egli spiega le due motivazioni che lo hanno spinto ad inserire, finalmente,<br />

nell'ottavo testo della serie, la genealogia dei Rougon-Macquart pur avendola concepita fin dal<br />

principio, nel 1868) è datata “Paris, 2 avril 1878”: nulla esclude dunque che il critico italiano<br />

abbia potuto parlarne con Zola (si potrebbe ad<strong>di</strong>rittura ipotizzare che abbia potuto visionare anticipatamente<br />

l'albero genealogico in questione, con tanto <strong>di</strong> relative annotazioni) ben prima sia<br />

della stesura della propria recensione che della pubblicazione dell'opera presso Charpentier.<br />

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