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Luigi Gualdo - FedOA - Università degli Studi di Napoli Federico II

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I Poeti d’Oltralpe: adesione ed esportazione dei nuovi modelli<br />

<strong>di</strong> un implacabile (ma non meglio specificato) male 214 che lo aveva costretto, da<br />

quel momento in poi, alla quasi totale immobilità.<br />

Tale episo<strong>di</strong>o è ricordato da entrambi i commentatori: Coppée introduce la<br />

rivelazione raccontando <strong>di</strong> non aver ricevuto per molto tempo più alcuna notizia<br />

del futuro versificatore d’Italie per poi apprendere, infine, la crudele verità secondo<br />

la quale “en pleine force, en pleine jeunesse, il avait été frappé par le mal<br />

terrible et mystérieux qui l’a supplicié pendant de longues années et qui, à<br />

l’heure qu’il est, le condamne encore à la retraite et à la souffrance”; 215 mentre,<br />

in termini davvero simili, appena un mese più tar<strong>di</strong>, <strong>Gualdo</strong> spiegherà ai suoi<br />

lettori la genesi <strong>di</strong> parte dei componimenti inseriti nella raccolta, avvertendo<br />

che essi erano stati ideati nei giorni in cui Faucon stava tentando <strong>di</strong> sconfiggere<br />

attraverso la poesia una malattia dalla quale cominciava pian piano a guarire:<br />

E il signor Faucon, da molti conosciuto in Italia, lo ha amato da vicino il nostro paese,<br />

dove ha vissuto alcuni anni or sono, giovanissimo, nell'età in cui le sensazioni sono<br />

più vive, ma dove ha saputo tutto osservare con una precoce maturità <strong>di</strong> pensatore.<br />

Poco dopo, la sventura lo ha terribilmente colpito; una malattia crudelissima lo ha fatto<br />

soffrire, inchiodato sopra un letto <strong>di</strong> dolore, per lunghi anni, dalla quale solo adesso<br />

incomincia a rimettersi. Per molto tempo, segregato da tutti, non visse che per pensare,<br />

e dovette lasciare ogni lavoro – tanto i suoi <strong>di</strong>letti stu<strong>di</strong> da eru<strong>di</strong>to che già facevano<br />

intravedere in lui uno storico <strong>di</strong>stinto, quanto le sue opere d'immaginazione. Da poco,<br />

mentre la salute lentamente gli ritorna, ha ricominciato a produrre – ma ha quasi rinunciato<br />

ai lavori <strong>di</strong> eru<strong>di</strong>zione, per darsi tutto alla poesia... Ha scritto moltissimi versi, ma<br />

ne pubblica pochi, veramente buoni. 216<br />

Il rifugio nell’immaginazione e il sostegno della Musa avevano quin<strong>di</strong> aiutato<br />

Faucon a “tuer les longues heures”; 217 il lavoro era, perciò, <strong>di</strong>ventato lo<br />

strumento <strong>di</strong> cui aveva fatto un’arma per combattere la noia dovuta al lento trascorrere<br />

del tempo. Pur avendo dovuto abbandonare le opere <strong>di</strong> carattere storico.<br />

Questa scelta, come sostiene Coppée nella sua prefazione, era stata motivata<br />

dallo stesso rimatore attraverso la recente spiegazione fornita ad un amico in<br />

comune (e chissà che non possa essersi trattato proprio <strong>di</strong> <strong>Luigi</strong> <strong>Gualdo</strong>) <strong>di</strong> aver<br />

214 Una breve biografia <strong>di</strong> questo scrittore è stata redatta, in occasione della sua scomparsa,<br />

da C. DIGARD, Necrologie. Maurice Faucon, in «Bibliothèque de l’Échole de Chartes», a.<br />

1907, vol. 68, n. 68, pp. 657-659.<br />

215 F. COPPÉE, Préface à Italie…, cit., p. V<strong>II</strong>.<br />

216 L. GUALDO, Un libro <strong>di</strong> versi francesi sull’Italia, cit., p. 1 (corsivi miei).<br />

217 F. COPPÉE, Préface à Italie…, cit., p. V<strong>II</strong>.<br />

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